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Agrivoltaico: gli incentivi per installare un impianto fotovoltaico sui tetti degli edifici agricoli

agrivoltaico incentivi impianti fotovoltaici pnrr
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Agrivoltaico: gli incentivi per installare un impianto fotovoltaico sui tetti degli edifici agricoli

Il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha introdotto, per gli anni dal 2022 al 2026, importanti incentivi per installare impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici ad uso produttivo nel settore agricolo, zootecnico e agroindustriale.

Qualche settimana fa avevamo pubblicato un articolo sui parchi agrisolari installabili sopra le aree coltivate, oggi, invece, approfondiamo quanto previsto per gli edifici ad uso agricolo.

Il Mipaaf, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali, attraverso il PNRR, ha messo a disposizione 1,5 miliardi di euro per realizzare 4,3 milioni di mq di fotovoltaico (fonte dati QualEnergia.it) tramite un apposito bando.

Chi può accedere agli incentivi?

Gli incentivi sono dei finanziamenti in conto capitale, sulla spesa ammessa, ai quali possono accedere:

    • Imprenditori agricoli in forma individuale o societaria;
    • Imprese agroindustriali con codici ATECO ammissibili;
    • Cooperative agricole che svolgono attività agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile e loro cooperative o consorzi (art.1 comma 2 D.lgs 228/2001).

Sono esclusi dagli incentivi i soggetti che hanno un volume di fatturato inferiore a 7 mila euro annui e sono quindi esonerati dalla tenuta della contabilità IVA.

Quali sono gli interventi ammessi?

Gli interventi ammessi sono l’acquisto e la posa in opera di impianti fotovoltaici, con potenza di picco compresa tra i 6kWp ed i 500kWp, assieme all’esecuzione di uno o più dei seguenti interventi:

    • Rimozione e smaltimento dell’amianto dai tetti;
    • Realizzazione dell’isolamento termico dei tetti;
    • Realizzazione di un sistema di aerazione assieme alla sostituzione del tetto (tetto ventilato con camini di evacuazione dell’aria).

Quali spese sono ammesse?

Nel bando sono ammesse le spese per:

    1. realizzare nuovi impianti fotovoltaici:
      1. acquisto e messa a punto di moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione, componenti varie;
      2. sistemi di accumulo;
      3. acquisto dei materiali per la realizzazione degli interventi;
      4. costi di connessione alla rete;
    1. rimozione e smaltimento dell’amianto e realizzazione di interventi per coibentare i tetti e/o sistema di aerazione:
      1. demolizione e ricostruzione della copertura fino ad un limite massimo di 700€/kWp.

I costi per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico sono ammessi fino ad un massimo di 1500€/kWp. Possono incrementare nel caso di:

    1. installazione di sistemi di accumulo: ulteriori 1000€/kWp (massimale di spesa per la batteria di accumulo di 50mila euro);
    2. installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici: ulteriori 1000€/kWp per ogni colonnina installata.

Sono ammesse anche le spese di progettazione, le asseverazioni e tutte le spese tecniche del progetto. Per ogni progetto la spesa massima ammissibile è 750mila euro (1milione di euro per ogni beneficiario).

Come funzionano i contributi?

Sono contributi a fondo perduto concessi per il 40 per cento della spesa ammessa, incrementati del 20 per cento nel caso si tratti di: giovani imprenditori, investimenti collettivi o investimenti in zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli specifici (art. 32 regolamento UE 1305/2013).

Per le aziende che si occupano di trasformazione dei prodotti agricoli in prodotti non agricoli l’incentivo scende al 30 per cento della spesa ammessa.

Questo aiuto si può cumulare anche con altri contributi pubblici.

Come vengono concessi i contributi?

Mediante graduatorie di merito in cui costituiscono punteggio di merito l’installazione del fotovoltaico per l’autoconsumo aziendale e la predisposizione per la condivisione dell’energia autoprodotta attraverso comunità energetiche rinnovabili.

Trasforma la tua casa e risparmia sul consumo medio di gas

trasforma la tua casa tappetino con scritto home
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Trasforma la tua casa e risparmia sul consumo medio di gas

Recentemente sono sempre di più le persone che scelgono soluzioni smart per la propria casa, allo scopo di controllare l’impiego energetico degli elettrodomestici e della luce e ridurre i costi di energia elettrica e gas. Infatti, il consumo medio di gas all’anno si aggira intorno ai 1000 metri cubi, con valori superiori per chi vive in zone dalle temperature più rigide, e leggermente inferiori per chi vive in posti dal clima più mite.

Dal momento che il caro bolletta è alle porte nel nostro articolo ti consigliamo alcune soluzioni per ridurre il consumo del gas e risparmiare notevolmente in bolletta.

Consumo medio del gas: quali sono le stime

Come anticipato, il consumo medio del gas si aggira intorno ai 1000 metri cubi l’anno. Facendo una stima generica esso dipende principalmente da:

    • numero dei componenti del nucleo familiare e superficie della casa
    • area geografica di abitazione: nelle zone più fredde sarà necessario un maggiore consumo di gas ma, di conseguenza, il prezzo sarà minore.
    • abitudini domestiche che spesso sono il fattore che fa la differenza.

Nello specifico, il gas viene utilizzato soprattutto per la cucina, la produzione d’acqua calda e il riscaldamento che rappresenta la spesa più corposa per gli utenti.

Attualmente, proprio per limitare il consumo di energia termica inutile e costi aggiuntivi sono molte le aziende edilizie, tra cui Edilvi, che offrono soluzioni di impianti che favoriscono l’isolamento termico e la produzione di energia rinnovabile. Tali proposte sono convenienti sia per la tua casa sia per il tuo portafogli. Infatti, l’azienda specializzata in costruzioni edilizie è attiva nell’area di Treviso. La sua attività si concentra soprattutto nel settore della sostenibilità, realizzando case e impianti ecologici.

Se sei a Treviso e hai deciso di affidarti a Edilvi, dai un’occhiata anche alle soluzioni luce e gas a Treviso.

Riduci il consumo medio del gas con le soluzioni di Edilvi

Come anticipato, Edilvi si occupa principalmente di realizzazione di impianti che rendano la casa più ecosostenibile, quali:

    • Pannelli fotovoltaici: un sistema che impiega l’energia prodotta da una risorsa rinnovabile, quali i raggi del sole, e la accumula al suo interno per utilizzarla nei momenti in mancanza di energia solare, come le ore serali.
    • Centrale termica compatta: è composta da una pompa di calore che produce acqua calda ed è anche abilitata al raffreddamento. In più dispone di un sistema di accumulo per la climatizzazione.
    • Impianto di climatizzazione a pavimento;
    • ventilazione meccanica controllata: si tratta di un sistema che tratta l’aria e ne favorisce il naturale ricambio nelle diverse fasi della giornata.

Inoltre, Edilvi si occupa della realizzazione di edifici nZEB, case Smart costruite con materiali che garantiscono il tuo risparmio energetico. Esso è principalmente il Sismiblock: un innovativo materiale che concilia resistenza meccanica e isolamento termico. Infatti, quest’ultimo sistema permette una notevole riduzione dei consumi di gas in quanto trattiene il calore.

Scegli anche tu soluzioni Smart per la tua casa e abitudini amiche dell’ambiente. Per saperne di più clicca qui.

Diminuire i consumi per tutelare l’ambiente

diminuzione consumi per salvaguardia ambiente
diminuzione consumi per salvaguardia ambiente

Diminuire i consumi per tutelare l'ambiente

Le bollette rappresentano, sempre per più famiglie italiane, una parte gravosa del bilancio familiare. È bene per questo adottare dei comportamenti consapevoli che ci aiutino a fare attenzione ai consumi energetici per impedire lo spreco inutile di energia; in questo modo andremo sia ad aiutare l’ambiente che a diminuire la spesa mensile di luce e gas. Ecco quindi qualche consiglio pratico da adottare ogni giorno per risparmiare e fornire allo stesso tempo un prezioso aiuto al pianeta.

diminuzione dei consumi attenzione a riduzione dei consumi in casa

Utilizzare elettrodomestici efficienti

Oltre il 30% dei consumi domestici appartiene agli elettrodomestici: per questo bisogna fare molta attenzione alla classe energetica; più è alta (da A a A+++) più i modelli aiutano al risparmio in quanto richiedono meno energia per il loro funzionamento. Anche le lampadine al LED rappresentano un ottimo alleato per risparmiare sulla bolletta della luce. Ormai sono numerosissimi anche gli elettrodomestici smart come frigoriferi e lavatrici o le prese intelligenti.

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Scegliere gli infissi adeguati

Un altro consiglio su come risparmiare energia in casa, riguarda gli infissi.
Questi hanno un ruolo molto importante perché, se scelti bene, permettono l’isolamento termico abitazione. Gli infissi che impediscono le dispersioni termiche difatti garantiscono la massima efficienza degli ambienti domestici. È fondamentale quindi ridurre il più possibile la riduzione della dispersione di energia migliorando l’isolamento termico delle mura, del tetto e del pavimento, soprattutto in edifici di vecchia costruzione.
Anche le persiane possono essere un valido alleato per contrastare le temperature troppo calde o troppo fredde. In estate conviene tenerle chiuse durante il giorno per evitare che sole e caldo eccessivo entrino in casa riducendo l’effetto dei sistemi di raffreddamento; in inverno abbassarle al tramonto aiuta a contrastare il freddo.

diminuzione consumi serramenti e involucro di qualità

Attenzione agli sprechi di energia

Oltre ad orientarci verso l’acquisto di elettrodomestici intelligenti occorre anche prestare attenzione alle modalità in cui lo utilizziamo. Ci sono diversi accorgimenti che possono diminuire notevolmente lo spreco energetico come ad esempio far partire la lavatrice solo quando il carico è pieno e attivarla durante le ore serali. Anche spegnere sempre le luci e le ciabatte inutilizzate e non lasciare mai dispositivi elettronici in stand by è un piccolo accorgimento a cui bisogna prestare attenzione.
Da non sottovalutare anche la scelta del fornitore più adatto per le proprie utenze domestiche; facendo una comparazione delle diverse tariffe saremo in grado di individuare l’offerta luce e gas più conveniente. Molti per aiutare ulteriormente l’ambiente si orientano verso le tariffe green che sfruttano le fonti rinnovabili.

Appoggiarsi alle energie rinnovabili

Una soluzione definitiva per ridurre la spesa della bolletta è quella di installare un impianto fotovoltaico. I pannelli solari infatti sfruttano le radiazioni solari che, tramite un dispositivo detto inverter, verranno trasformate in corrente alternata, pronta per essere utilizzata all’interno del nostro ambito domestico. Un impianto fotovoltaico consente di ridurre i costi di acqua calda e riscaldamento fino all’80% e rappresenta una scelta sostenibile per noi e per l’ambiente.

diminuzione consumi con il fotovoltaico

Entrare a far parte di una comunità energetica

Un’ulteriore soluzione migliorativa per ridurre i consumi energetici ed i costi dell’energia è quella di entrare a far parte di una comunità energetica, un persona giuridica che riunisce nella stessa rete tutti i consumatori e produttori di energia che fanno parte della stessa cabina di rete a medio raggio, così come disposto dal Decreto Milleproroghe, L. 8/2020.

Per avere maggiori informazioni su come entrare a far parte di una comunità energetica non ti resta che compilare il form sottostante.

diminuzione consumi comunità energetica

Aumento bollette da record: cosa c’è da sapere e come difendersi

Aumento bollette da record
Aumento bollette da record

Aumento bollette da record: cosa c'è da sapere e come difendersi

In questo primo trimestre del 2022 i prezzi delle bollette sono saliti alle stelle, un rincaro da record che sta mettendo in difficoltà numerosissime famiglie italiane. Un aumento che continuerà a crescere e a creare disagio nella nostra popolazione. Chiaramente ad essere colpite non sono solo le utenze domestiche, anche le aziende avranno dei notevoli rincari nei costi di produzione.

Aumento bollette per aumento energia e gas

Caro bollette 2022: cause e soluzioni

La causa principale di questi rincari è il rialzo dei prezzi del gas e dell’energia sul mercato all’ingrosso e dei permessi di emissione di CO2. L’aumento delle materie prima va dunque ad incidere su tutta la parte di bolletta relativa ai servizi, come approvvigionamento e consumo effettivo. A questa voce vanno poi aggiunti tutti gli altri oneri come trasporto e distribuzione dell’energia, le imposte e i vari costi accessori.

Secondo i dati di ARERA gli aumenti sono stati circa del 500% sul prezzo del gas naturale e del 400% su quello dell’energia elettrica. Per fronteggiare questi rincari il Governo sta stanziando diversi fondi; il Consiglio dei ministri ha difatti approvato il decreto legge che fornisce sostegni a famiglie e aziende che si stanno trovando in serie difficoltà a causa degli aumenti delle utenze.

Andiamo ora a vedere tutte le soluzioni che possiamo adottare per difenderci dal caro bollette 2022.

Scegliere il fornitore adatto

Una soluzione semplice da poter adottare immediatamente per un risparmio consistente in bolletta è quella di cambiare il fornitore delle proprie utenze passando al mercato libero. Questo perché nel mercato tutelato i prezzi sono stabiliti da ARERA e modificati spesso in base al mercato, mentre nel mercato libero sono i fornitori a stabilire il prezzo dell’energia in un regime di libera concorrenza. Per aggiudicarsi quindi la tariffa più adatta alle proprie esigenze basterà contattare il numero verde dei diversi fornitori appartenenti appunto al mercato libero e richiedere un preventivo gratuito per un nuovo allaccio o una voltura.

Aumento bollette: confronta i fornitori

Chiedere una rateizzazione delle bollette

Tra le diverse soluzioni c’è anche la possibilità di richiedere la rateizzare delle bollette e questo vale sia per le famiglie che per le aziende; l’importante è che non superino una fornitura di circa 16,5 kW. La rateizzazione consente il pagamento di metà bolletta in una prima rata e il pagamento della metà rimanente in rate da almeno 50 euro ma in massimo 10 rate. Anche in questo caso basterà contattare il servizio clienti del proprio fornitore e fare la richiesta. La rateizzazione può essere avviata senza attendere la scadenza della bolletta, prima quindi che si riceva la comunicazione per morosità.

Aumento bollette: pagare a rate

Bonus sociale 2022

Il Governo ha inoltre stanziato ulteriori fondi per aumentare il bonus sociale luce e gas per tutte quelle famiglie che stanno vivendo in condizioni economicamente svantaggiate o che comunque hanno problemi di salute e quindi sono costretti ad utilizzare macchinari o dispositivi che consumano molta energia.

Chi può richiedere il bonus sociale 2022:

    • Famiglie con Isee inferiore a 8.265 euro annui; 
    • Famiglie con almeno quattro figli e con Isee fino a 20mila euro annui; 
    • Titolari di reddito o pensione di cittadinanza; 

Persone in condizioni di salute precarie che utilizzano apparecchiature elettromedicali.

A quanto ammonta il bonus bollette?

Per quanto riguarda le piccole aziende questo bonus equivale al costo degli oneri di sistema che vengono appunto azzerati. Per le famiglie invece i criteri riguardano sia il numero dei componenti del nucleo familiare sia la categoria d’uso.

Per il bonus elettrico abbiamo quindi uno sconto di:

    • 128 euro per una famiglia di ½ componenti;
    • 151 euro per una famiglia con un massimo di 4 componenti;
    • 177 euro per una famiglia composta da più di 4 componenti.

Per quanto riguarda il gas lo sconto è invece:

    • da 67 a 170 euro per una famiglia fino a 4 componenti;
    • da 93 a 245 euro per una famiglia composta da più di 4 componenti.

Per accedere al bonus è necessario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per calcolare il proprio ISEE e presentare poi la dichiarazione sul sito INPS accedendo alla propria area clienti oppure recandosi presso un CAF.

Aumento bollette: bonus per famiglie numerose

Aderire ad una comunità energetica

Un’ulteriore soluzione possibile per ridurre i costi in bolletta, valida sia per le aziende che per le famiglie, è quella di aderire ad una comunità energetica; possibilità, questa, introdotta dal Decreto Legge Milleproroghe all’art.42 convertito in Legge n.8/2020.

Le comunità energetiche si basano sul principio dell’autoconsumo collettivo e per il loro avvio sono previsti bonus ed incentivi appositi.

Per saperne di più sulle opportunità di riduzione dei consumi e sulle comunità energetiche puoi utilizzare il form sottostante per contattarci.

Aumento bollette aderire a comunità energetica

Come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata

come creare una comunita energetica
come creare una comunita energetica

Come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata

Ritorniamo per la terza settimana consecutiva sulla comunità energetica. Dopo aver dato uno sguardo generale nel primo articolo ed aver approfondito la normativa italiana di settore affrontiamo oggi l’argomento: come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata.

Sappiamo già che la comunità energetica è una persona giuridica senza fini di lucro che ha come obiettivo principale quello di ridurre il costo dell’energia per i consumatori che partecipano alla comunità stessa. Sappiamo, inoltre, che la comunità energetica può essere formata da privati, case singole, condomini, aziende, associazioni che mettono in comune l’energia attraverso soluzioni di prossimità (nel caso in cui siano tutte vicine alla stessa cabina di trasformazione di medio/bassa tensione) o soluzioni di comunità virtuale. Nella comunità energetica ci sono individui che producono e consumano energia (prosumer) e individui che, invece, partecipano solo come consumatori.

Le comunità energetiche, dunque, diventano delle vere e proprie governance locali a responsabilità diretta in cui cittadini, imprenditori, associazioni condividono principi, regole, procedure e risorse con l’obiettivo di autogestire l’energia (sharing resources).

Come creare una comunità energetica: alla base della sharing economy

Come è fatta una comunità energetica?

La comunità energetica è composta di tre livelli:

    • abitazione – smart home;
    • edificio e reti di edifici;
    • comunità.

Si parte, dunque, dalla Smart Home, una casa di ultima generazione, altamente efficiente dal punto di vista energetico con al suo interno un “energy box”, ovvero un dispositivo che integra diversi sensori, inseriti nelle diverse stanze, e consentono di facilitare la gestione dell’abitazione stessa. Grazie all’energy box è possibile gestire la casa da remoto monitorando, in ogni istante, gli andamenti ed i consumi energetici della stessa. Tramite un sistema informatico è possibile, per i proprietari dell’abitazione e per una eventuale Energy Service Company che ne gestisce i consumi, visualizzare i grafici di ogni sensore tramite app e servizi aggiuntivi). I dati che l’energy box raccoglie vengono condivisi in un apposito cloud che funziona come aggregatore.

Nella seconda fase i dati raccolti dagli energy box delle singole abitazioni vengono organizzati e raggruppati in big data che consentono analisi, elaborazioni, sincronizzazione e possibilità di effettuare diagnosi da remoto, nonché di organizzare la manutenzione predittiva o di intervenire in tempi brevissimi in caso di guasti.

Un utente aggregatore può, quindi, vedere tutti i dati aggregati delle smart home da monitorare attraverso un’apposita interfaccia grafica. Anche gli utenti delle singole abitazioni possono visualizzare i dati della loro abitazione ed addirittura confrontarli con i dati di consumo di altre abitazioni simili che fanno parte dello stesso edificio/sistema. L’utente aggregatore, infine, può trasmettere le informazioni di tutti gli edifici connessi alla comunità energetica.

La comunità energetica, a questo punto, può condividere l’energia e risalire a tutte le informazioni utili per una gestione efficiente ed efficace.

Come creare una comunità energetica: la centralità dei big data

La governance della comunità energetica e la figura del facilitatore di comunità energetica

Tutti i membri della comunità energetica, che hanno come fine la sostenibilità energetica della comunità stessa, possono fare leva sulle istituzioni locali affinché adottino soluzioni energetiche sostenibili per tutto il territorio. Possono indicare anche le nuove tecnologie adottate nelle strutture residenziali al fine di promuoverne l’adozione in tutto il quartiere.

Per raggiungere questi obiettivi le comunità energetiche possono avvalersi dell’aiuto di una nuova figura professionale, il facilitatore di comunità energetica, che ha proprio il compito di co-progettare la governance della comunità assieme ai cittadini portatori di interesse.

come creare una comunita energetica governance sostenibile

I vantaggi della comunità energetica

Chiudiamo questa prima panoramica sulle comunità energetiche ricordando che le stesse si ispirano agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e del Green New Deal dell’Unione Europea.

I vantaggi che le comunità energetiche producono sono numerosi e contribuiscono proprio alla realizzazione degli obiettivi stabiliti dalle organizzazioni nazionali ed internazionali in fatto di lotta al cambiamento climatico, sostenibilità, lotta alla povertà. Elenchiamo di seguito i vantaggi principali:

    • risparmio economico e benefici ambientali quali:
      • risparmio in bolletta sulle componenti variabili della stessa;
      • valorizzazione dell’energia autoprodotta grazie al riconoscimento di un guadagno;
      • agevolazioni fiscali (50% detrazioni fiscali per le persone fisiche, 130% superammortamento per le persone giuridiche);
      • riduzione degli impatti ambientali degli edifici;
    • contrasto alla povertà energetica:
      • si stima che in Italia 4milioni di persone, nel 2018, non abbiano potuto acquistare l’energia minima per alimentare gli impianti delle abitazioni, perciò, accedere ad una comunità energetica consentirebbe a queste persone di accedere all’energia a prezzi di molto inferiori a quelli del mercato libero;
    • risparmio energetico ossia riduzione dei consumi energetici:
      • con interventi gestionali da parte dell’utente attraverso sistemi di building automation;
      • con interventi di tipo impiantistico che introducono tecnologie più performanti;
    • maggior diffusione dell’economia collaborativa (sharing economy) con condivisione di beni e servizi, collaborazione tra cittadini, scambio.
come creare una comunità energetica: i vantaggi

Conclusioni sulla comunità energetica rinnovabile

La comunità energetica rende l’accesso ai beni ed ai servizi prioritario rispetto al possesso degli stessi. Grazie alla volontà dei singoli cittadini che possono unirsi per soddisfare uno specifico bisogno, a piattaforme di collaborazione per la gestione dell’energia, ed alla possibilità stessa di condividere l’energia si creeranno buone pratiche e casi studio replicabili che consentiranno di ottenere benefici ad ogni livello di organizzazione amministrativa.

Il ruolo di Edilvi come ESCo nella comunità energetica

Edilvi, in quanto ESCo, non può diventare socia della comunità energetica. Il suo ruolo, come quello delle altre ESCo, è, tuttavia, quello di appoggiare la comunità energetica come soggetto responsabile tecnologico ovvero come soggetto competente che può fornire servizi legati alle energie rinnovabili, alle nuove tecnologie da installare nelle abitazioni (esempio la building automation), alla realizzazione di smart home, alla promozione dell’autoconsumo, dell’autoconsumo collettivo e della fornitura di software dedicati per la gestione energetica.

Per saperne di più sui servizi che possiamo offrire alla comunità energetica scrivici tramite il form che trovi qui sotto!

Comunità energetiche rinnovabili come funziona la normativa italiana in materia

Comunita energetiche rinnovabili persone con stessi obiettivi sociali
Comunita energetiche rinnovabili persone con stessi obiettivi sociali

Comunità energetiche rinnovabili come funziona la normativa italiana in materia

La scorsa settimana abbiamo spiegato che cos’è una comunità energetica, quante tipologie ne esistono, e perché la comunità energetica sarà il futuro della transizione energetica ed ecologica. Riprendendo molto in breve quanto abbiamo già riportato nel precedente articolo sappiamo che la comunità energetica, in Italia, è stata regolamentata dall’art. 42 del Decreto Milleproroghe convertito in Legge n. 8/2020.

Comunita energetiche rinnovabili: impianto fotovoltaico

Che cosa prevede l’art. 42 del Decreto Milleproroghe?

L’art. 42, innanzitutto, stabilisce la definizione di autoconsumo collettivo. L’autoconsumo collettivo è praticabile da una pluralità di consumatori di energia all’interno di un edificio in cui sono presenti uno o più impianti alimentati esclusivamente con fonti energetiche rinnovabili. Questi impianti sono di proprietà dei proprietari dell’edificio e possono arrivare fino a massimo 200kw di potenza installata.

I proprietari degli impianti e produttori di energia, prosumer, nonché i consumatori che fanno parte dello stesso edificio possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti o forme di autoconsumo virtuale per condividere l’energia prodotta dagli impianti. L’autoconsumo energetico può essere gestito in autonomia da un singolo condominio e/o edificio.

La comunità energetica, che dev’essere per forza un soggetto giuridico (sotto forma di onlus o associazione in quanto attività non a fine di lucro), assorbe, in una fase successiva, l’autoconsumo collettivo e consente ai condomini di associarsi alla comunità energetica.

La comunità energetica è formata da consumatori che si trovano nella stessa rete elettrica a bassa tensione collegata alla medesima cabina di trasformazione di media/bassa tensione.

Comunita energetiche rinnovabili: incentivi e risparmio

Sono previsti incentivi per la comunità energetica e l’autoconsumo collettivo?

Si. L’installazione di un impianto fotovoltaico, per esempio, rientra tra gli incentivi previsti dall’Ecobonus e dal Superbonus 110% fino ad un massimo di 20kw installati. L’energia prodotta da questi 20kw va ceduta al GSE – Gestore dei Servizi Energetici. In questo caso il riferimento normativo è il Decreto Rilancio.

Tornando al Decreto Milleproroghe, il Governo ha previsto per ogni impianto installato dopo il 01 marzo 2020 una tariffa incentivo (cumulabile con le detrazioni fiscali appena indicate) che riconosce:

    • 100€/MWh per l’autoconsumo collettivo che avviene nello stesso edificio o condominio;
    • 110€/MWh per l’energia residua che non viene consumata con l’autoconsumo e viene condivisa tramite la CER, ossia la comunità energetica che viene costituita tra prosumer e consumatori che appartengono alla stessa cabina elettrica di media/bassa tensione
    • 10€/MWh di restituzione sulle voci in bolletta per l’autoconsumo collettivo;
    • 8€/MWh di restituzione sulle voci in bolletta per l’energia condivisa tramite la comunità energetica;
    • 50€/MWh di remunerazione per l’energia immessa in rete dalla comunità energetica

per una somma di benefici pari a circa 150-160€/MWh.

comunita energetiche rinnovabili: batterie di accumulo energetico

Come superare la non programmabilità delle fonti rinnovabili

L’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, essendo dipendente dalla presenza o meno della luce solare, è soggetta a non programmabilità. Cosa significa non programmabilità?

Significa che l’energia viene prodotta solamente durante le ore di luce e nelle giornate in cui il sole fa capolino. Di notte, gli impianti fotovoltaici non producono energia, e nelle giornate in cui le nuvole coprono il sole viene prodotta meno energia (sebbene gli impianti di ultima generazione siano in grado di ricavare lo stesso energia solare). Succede, quindi, che la produzione di energia elettrica tramite gli impianti fotovoltaici sia intermittente e soggetta a casualità. Si rende necessario accumulare l’energia che viene prodotta in più durante le ore di luce, e non consumata, in apposite batterie di accumulo energetico. Grazie alle batterie di accumulo l’energia viene immagazzinata e può essere recuperata per i momenti in cui l’impianto fotovoltaico non produce direttamente energia.

Proprio attraverso le batterie di accumulo si riesce a superare la non programmabilità. Le batterie, infatti, consentono di stabilizzare l’energia che viene prodotta e consumata dai singoli edifici, senza disperdere energia inutilmente nelle ore in cui c’è una grande produzione data dalla presenza del sole e riutilizzandole principalmente di notte o nelle ore in cui c’è meno luce.

La stabilizzazione dell’energia negli edifici consente, inoltre, di stabilizzare l’energia immessa nella comunità energetica e nel mercato dell’energia stessa evitando così sprechi.

Anche le batterie di accumulo energetico sono comprese negli incentivi fiscali come il Superbonus 110%.

comunita energetiche rinnovabili servizi edilvi

Anche Edilvi verso la comunità energetica

In vista della diffusione delle comunità energetiche tutte le abitazioni di nuova costruzione e gli edifici privati e pubblici di cui curiamo la riqualificazione vengono dotati di impianto fotovoltaico con batteria di accumulo energetico, oltre che di impianti di building automation per la gestione da remoto dell’energia e la sensibilizzazione, attraverso appositi alert, di comportamenti utili a promuovere comportamenti efficienti delle singole persone.

Le abitazioni di Edilvi, dunque, sono già in grado di produrre autonomamente energia, di stoccarla nella batteria di accumulo energetico (che va a sopperire la produzione di energia mancante nelle ore notturne riducendo quindi il ricorso all’utilizzo di energia proveniente del mercato libero) e, in un prossimo futuro, potranno essere un importante stimolo per avviare, in ogni singolo quartiere, comunità energetiche efficienti che abbasseranno l’impatto dell’energia proveniente da fonti non rinnovabili, la produzione di CO2 e contribuiranno a ridurre le persone che si trovano in situazioni di povertà energetica.

Edilvi, in quanto ESCo – Energy Service Company, non potrà esser socia della comunità energetica ed il ruolo che potrà assumere sarà, dunque, quello di soggetto responsabile tecnologico per la fornitura di servizi specifici quali:

    • l’erogazione di servizi relativi all’energia da fonti rinnovabili;
    • l’installazione di sistemi di building automation per i soci della comunità;
    • la realizzazione di smart home;
    • la promozione dell’autoconsumo individuale per ogni singolo edificio;
    • la promozione dell’autoconsumo collettivo nei condomini;
    • la messa a disposizione di specifici software per la creazione della comunità energetica e la gestione dell’energia.

Per saperne di più sulla comunità energetica rinnovabile e sui servizi che Edilvi può mettere a disposizione della stessa contattaci tramite il form qui sotto!

Cos’è una comunità energetica? Nuovi modelli di Green Economy e transizione energetica

Cos'è una comunità energetica
Cos'è una comunità energetica

Cos’è una comunità energetica? Nuovi modelli di Green Economy e transizione energetica

In questo particolare periodo storico stiamo assistendo ad un’anomala crescita dei prezzi delle materie prime che ha portato ad ottobre 2021 ad un rincaro di circa il 10% dei costi in bolletta (al netto delle misure introdotte dal Governo per mitigare i balzi dei prezzi delle materie prime, in particolare del gas metano).

Per i cittadini, quindi, i costi diventano più difficili da sostenere. Tuttavia, oggi è possibile iniziare a pensare a soluzioni strategiche che nel lungo periodo consentiranno di ridurre i consumi, ottenere benefici in termini di servizi, e combattere le situazioni di povertà energetica (solo in Italia, nel 2018, si stimano 4 milioni di cittadini in situazioni di povertà energetica che non riescono ad acquistare l’energia minima per riscaldarsi o illuminare le abitazioni – fonte dati ENEA).

Stiamo parlando della comunità energetica e dell’autoconsumo collettivo, due possibilità introdotte dalla Direttiva UE 2018/2021, dalla Direttiva UE 2019/944 e dall’art. 42 bis del Decreto Milleproroghe Legge n.8/2020.

Comunità energetica: persone che condividono gli stessi obiettivi

La comunità energetica ed il ruolo centrale del cittadino per la sostenibilità: il prosumer

Comunità energetica ed autoconsumo collettivo sono due dei punti cardine della transizione energetica e della green economy. Il principio base che anima la comunità energetica e l’autoconsumo collettivo è la volontà delle persone di mettere in comune l’energia autoprodotta derivante da fonti energetiche rinnovabili, come ad esempio gli impianti fotovoltaici.

Troviamo esempi di prime comunità energetiche in Italia in piccoli paesini delle Alpi che, a fine ’800 iniziarono ad autoprodurre l’energia per sostentare il paesino attraverso sistemi di centrali idroelettriche.

Oggi, la comunità energetica nasce da un insieme di cittadini che si riuniscono per acquistare rilevanza nel settore energetico attraverso azioni dirette e partecipate al fine di rendere la società in cui viviamo, più sostenibile. Ad animare una comunità energetica, infatti, è sempre il fine sociale e non economico.

Il cittadino, in questi casi, non è più solo un consumatore ma diventa un attore diretto per la creazione e lo scambio di energia da fonti rinnovabili. Si parla di prosumer: produttore e consumatore di energia, allo stesso tempo.

Comunità energetica: gli impianti fotovoltaici

Cosa fa un prosumer e perché è centrale nella formazione della comunità energetica?

Il cittadino prosumer si differenzia dalle altre figure presenti nel mercato dell’energia in quanto partecipa direttamente alle diverse fasi del processo produttivo dell’energia:

    • Possiede un impianto di produzione di energia, come, ad esempio, un impianto fotovoltaico;
    • Consuma una parte di energia che produce;
    • Immette la quota che non consuma in rete, a consumatori fisicamente vicini, oppure la immagazzina in un serbatoio di accumulo energetico per poi rilasciarla alle unità di consumo nel momento più opportuno (per lo scambio energetico tra prosumer e consumatori è necessario che gli stessi si trovino sotto la medesima cabina di trasformazione di media/bassa tensione).

Quando sono presenti più prosumer o più consumatori in un edificio dotato di impianti alimentati esclusivamente con fonti energetiche rinnovabili parliamo di autoconsumo collettivo.

L’autoconsumo collettivo consiste, quindi, nel consumare nelle vicinanze del punto di produzione dell’energia l’energia stessa.

Con la diffusione degli impianti fotovoltaici, il principio dell’autoconsumo (prima individuale e poi collettivo) sta sempre più prendendo piede tanto che più impianti vicini consentono di mettere in comune produzione e consumo di energia all’interno di quartieri o di distretti produttivi. La possibilità di produrre e consumare energia nel medesimo territorio ha portato alla nascita delle comunità energetiche.

Comunità energetica: edifici produttori di energia

Il passaggio successivo: la nascita della comunità energetica.

Più utenti dello stesso territorio che:

    • Condividono l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti;
    • Condividono l’obiettivo di fornire energia ai membri della propria comunità a prezzi più accessibili rispetto a quelli del mercato libero;
    • E che decidono di aderire volontariamente ad un contratto;

formano una comunità energetica.

La comunità energetica, secondo la regolamentazione data dall’Unione Europea e dal Decreto Milleproroghe, è un soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria dei cittadini. Avendo come scopo ultimo il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i propri soci e per il territorio in cui opera (e non il profitto) si deve configurare come una associazione NO PROFIT.

Di fatto la comunità energetica è una forma di governance locale a responsabilità diretta formata da:

    • Cittadini,
    • Imprenditori,
    • Associazioni,

che condividono:

    • Principi,
    • Regole,
    • Procedure,
    • Risorse,

al fine di raggiungere l’autogestione energetica e la remunerazione dell’energia prodotta in più e reimmessa in rete, per il benessere collettivo (risorse condivise, sharing resources).

Alle comunità energetiche non possono partecipare, come soci, né le società del settore energetico né le ESCo. ESCo e aziende del settore energetico, tuttavia, possono dare servizi di fornitura e di infrastruttura.

Esistono due tipi di comunità energetiche: le CER e le CEC.

Le CER si caratterizzano per l’autonomia dei membri, per la prossimità con gli impianti di generazione, per la possibilità di gestire più forme di energia se generate da fonti rinnovabili (elettricità, calore e gas).

Le CEC, invece, non prevedono l’autonomia dei membri, la prossimità con gli impianti di generazione e possono gestire solo l’elettricità, prodotta da fonte rinnovabile e fossile.

I prosumer ed i consumatori delle comunità energetiche possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti ed anche forme di autoconsumo virtuale.

Andremo a vedere nello specifico come si configura una comunità energetica in un ulteriore articolo che pubblicheremo nelle prossime settimane.

Noi di Edilvi riteniamo che la comunità energetica sia il futuro nel campo della green economy, della riqualificazione degli edifici esistenti (sia privati che pubblici) e delle costruzioni innovative.

Ti invitiamo, quindi, a continuare a seguirci se sei interessato ad approfondire l’argomento.

Bonus casa 2020: cosa è cambiato con la nuova Legge di Bilancio

bonus casa 2020 copertina
bonus casa 2020 copertina

Bonus casa 2020: ecco cosa è cambiato con la nuova Legge di Bilancio

A circa un mese dall’entrata in vigore della nuova Legge di Bilancio facciamo, come ormai nostra tradizione, una panoramica sui bonus per la casa. I bonus casa 2020 vedono una sostanziale conferma per quanto riguarda percentuali, massimali di detrazione, quote annuali e cessione del credito. Tuttavia non mancano sorprese e scossoni: prima tra tutte la limitazione dello sconto in fattura alle riqualificazioni di primo livello per interventi di efficientamento energetico, su edifici condominiali, di importo superiore ai 200mila euro e l’abrogazione della cessione del credito per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Qui di seguito eccovi una carrellata sui principali bonus casa 2020.

Ecobonus 2020

L’ecobonus 2020 dedicato ai condomini rimane invariato e scadrà il 31 dicembre 2021. L’ecobonus 2020 dedicato alle singole unità immobiliari scadrà il 31 dicembre 2020 e si potrà recuperare in 10 anni. Le percentuali applicabili saranno due 65% e 50% a seconda degli interventi.

Interventi al 65%:

    • riqualificazione energetica globale dell’edificio;
    • lavori sull’involucro;
    • installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda;
    • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione in classe A e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti;
    • sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
    • acquisto e posa in opera di microcogeneratori in sostituzione degli impianti esistenti.

Interventi al 50%:

    • sostituzione di finestre comprensivi di infissi;
    • acquisto e posa in opera di schermature solari;
    • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione in classe A;
    • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti a biomassa.
bonus casa 2020 ecobonus

Sconto in fattura e cessione del credito

Lo sconto in fattura, introdotto dal Decreto Crescita di aprile 2019, è stato fortemente limitato. Se prima era applicabile a tutti gli interventi riguardanti ecobonus e sisma bonus, sia per condomini che per singole unità immobiliari, con la nuova Legge di Bilancio 2020 lo sconto in fattura si applica solo sugli edifici condominiali nel caso in cui si effettuino interventi di ristrutturazione di primo livello, inerenti l’efficientamento energetico dell’edificio, con importo lavori superiore ai 200mila euro. Tradotto: interventi che riguardino più del 50% della superficie lorda complessiva dell’edificio per quanto riguarda l’involucro, ed allo stesso tempo vadano ad ammodernare l’impianto termico per la climatizzazione invernale e/o estiva asservito all’intero edificio. Lo sconto in fattura può essere recuperato in 5 anni.

Rimangono invariate le regole per la cessione del credito che si applica a ecobonus condomini, ecobonus singole unità immobiliari e sisma bonus condomini. Non è possibile la cessione del credito per il sisma bonus sulle singole unità immobiliari ed è stata tolta la possibilità di cedere il credito per l’installazione dei pannelli fotovoltaici.

bonus casa 2020 sconto in fattura

Sisma bonus 2020

Il sisma bonus, la detrazione dedicata al miglioramento sismico dei condomini e delle singole unità immobiliari, rimane pressoché invariato con scadenza al 31 dicembre 2021.

Rientra nelle detrazioni previste dal sisma bonus anche l’acquisto di case antisismiche, situate in zona sismica 1, 2 o 3, demolite e ricostruite da imprese edili e messe in vendita entro 18 mesi dalla data di fine lavori. La detrazione è pari al 75% del prezzo di vendita se l’intervento ha comportato la diminuzione di una classe di rischio sismico ed all’85% del prezzo di vendita nel caso in cui l’intervento abbia portato al miglioramento di due o più classi sismiche.

Bonus casa 2020 sismabonus

Bonus ristrutturazioni ed acquisto di immobili ristrutturati

Il bonus ristrutturazioni è stato rinnovato alle stesse condizioni dell’anno precedente per cui sarà possibile detrarre il 50% delle spese sostenute, fino ad un massimale di 96 mila euro per unità immobiliare, e recuperare le detrazioni in 10 anni. Il bonus scadrà il 31 dicembre 2020.

Rientrano nel bonus ristrutturazioni i seguenti interventi:

    • manutenzione ordinaria;
    • manutenzione straordinaria;
    • lavori su immobili danneggiati da calamità;
    • acquisto e costruzione di box e posti auto;
    • eliminazione delle barriere architettoniche;
    • prevenzione degli illeciti;
    • cablatura e riduzione dell’inquinamento acustico;
    • interventi per il risparmio energetico;
    • adozione di misure antisismiche;
    • bonifica dall’amianto;
    • messa in sicurezza contro gli infortuni domestici.

Inoltre per chi acquista un immobile ristrutturato da un’impresa di costruzioni e messo in vendita entro 18 mesi dalla data di fine lavori è prevista la detrazione del 50% sul 25% del prezzo di acquisto.

Bonus casa 2020 bonus ristrutturazioni

Altri bonus casa 2020

Monitoraggio strutturale continuo degli immobili

Sarà previsto un credito d’imposta per il monitoraggio strutturale continuo degli edifici, riconosciuto nel limite massimo di 1,5 milioni di euro per ciascun anno (2020 e 2021). Tale misura sarà regolamentata da un apposito decreto del Ministero dell’Economia.

Bonus mobili

Tra i bonus casa 2020 è stato confermato anche il bonus mobili. La detrazione sarà possibile per il 50% del prezzo di acquisto di mobili e grandi elettrodomestici in classe A+ e superiori (classe A per i forni) destinati ad arredare un’immobile oggetto di ristrutturazione.

Bonus verde

Confermato, infine, anche il bonus verde fino al 31 dicembre 2020. La misura prevede una detrazione IRPEF del 36% delle spese sostenute, con un limite massimo di 5mila euro, per la sistemazione di aree verdi ad uso abitativo. La detrazione va ripartita in 10 rate annuali.

bonus casa 2020 bonus mobili

I servizi di EDILVI impresa edile ed ESCo a Treviso

EDILVI, impresa edile a Treviso ed Energy Service Company, si occupa di ecobonus condomini e sisma bonus condomini in provincia di Treviso, nonché di ecobonus e sismabonus per singole unità immobiliari. Scopri di più sui nostri servizi visitando la sezione dedicata nel nostro sito.

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la Divisione ESCo

Fonti di energia rinnovabili e tecnologie

fonti di energia rinnovabili e tecnologie esco flusso
fonti di energia rinnovabili e tecnologie esco flusso

Fonti di energia rinnovabili e tecnologie per il loro utilizzo

L’energia è definita come la capacità di un sistema fisico di compiere lavoro. Le fonti energetiche presenti in natura raramente consentono il loro sfruttamento diretto (energia primaria1), e richiedono alcune trasformazioni necessarie per agevolarne il trasporto dai luoghi di produzione ai siti di consumo.

Un esempio

Un classico esempio è quello della filiera del petrolio. Quest’ultimo, dopo essere stato raccolto dal pozzo di estrazione, viene inviato a centri di raffinazione dove, mediante processi termochimici, viene convertito in vettori energetici quali benzine, gasoli ed oli combustibili.

Da vettore energetico ad energia finale

In generale un vettore energetico, una volta consegnato al consumatore, viene denominato energia finale. Ed è qui, nei siti di consumo, che avviene l’ultima trasformazione da energia finale a energia utile, ovvero:

    • energia meccanica;
    • energia termica;
    • energia luminosa.

Ad ogni trasformazione energetica è associato un rendimento di conversione. Infatti nonostante il primo principio della termodinamica affermi che l’energia si conserva (oltre a stabilire l’equivalenza metrologica tra calore e lavoro), il secondo principio definisce e conferma la degradazione nel passaggio da una forma all’altra.

È possibile riassumere quanto detto poc’anzi con il diagramma di Figura 1.

fonti di energia rinnovabili e tecnologie esco flusso

Qui sotto sono descritte alcune tecnologie che consentono di trasformare le fonti di energia rinnovabili in energia utile per l’utilizzo quotidiano.

Fotovoltaico

La cella fotovoltaica converte direttamente la radiazione solare in energia elettrica e rappresenta l’elemento base con il quale vengono realizzati gli impianti fotovoltaici.

Il principio fisico sul quale si basa il funzionamento di questi dispositivi è l’effetto fotovoltaico scoperto a metà del 1800 da Becquerel. Le prime celle fotovoltaiche in silicio caratterizzate da un rendimento del 5% circa sono state realizzate agli inizi del 1900.

A partire dagli anni ’60 e ’70 del secolo scorso le celle fotovoltaiche hanno subito un ulteriore sviluppo nelle applicazioni spaziali ed in molti altri settori fino ad approdare nel settore residenziale vero la fine degli anni ’90.

Solare termico

Gli impianti solari termici sono rappresentati dai dispositivi di conversione dell’energia solare in energia termica attraverso il riscaldamento di acqua, aria o altri fluidi di processo.

L’attuale impiego prevalente è senz’altro legato alla produzione di acqua calda sanitaria, ma risultano anche in progressiva diffusione le applicazioni degli impianti solari termici nel settore del riscaldamento degli ambienti e della produzione di energia termica per usi di processo. Nell’ambito degli impianti solari termici si distingue fondamentalmente fra collettori solari ad acqua e collettori solari ad aria.

Pompa di calore

Il trasferimento di calore avviene spontaneamente da un ambiente caldo ad uno freddo, mentre il trasferimento da una sorgente fredda a una calda è un processo non spontaneo, e richiede energia. In quest’ultimo caso viene impiegato un ciclo inverso.

Opportuni cicli inversi possono costituire il riferimento ideale per cosiddette installazioni o macchine generatrici, che rendono disponibile un effetto termico esterno non conseguibile spontaneamente, e cioè:

    • asportare con continuità calore da una sorgente (sistema, corpo) a temperatura inferiore di quella dell’ambiente naturale esterno; si parla allora di macchine frigorifere o impianti di refrigerazione;
    • rendere disponibile per utilizzazione esterna calore prelevato da una sorgente termica a temperatura inferiore; si parla allora di pompe di calore.

È naturalmente anche possibile realizzare macchine a ciclo termodinamico che agiscono contemporaneamente da refrigeratori e pompe di calore.

Biomassa

Con il termine biomassa si definisce una categoria di composti, di natura anche molto diversa fra loro, caratterizzati da una matrice di tipo organico, prodotti da organismi viventi (vegetali o animali).

In termini del tutto generali, le biomasse traggono origine dal processo di fotosintesi clorofilliana e costituiscono pertanto un’importante fonte di energia rinnovabile direttamente derivata dall’energia solare.

In tal senso, non sono biomasse i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), che pure si sono formati nel corso di milioni di anni a partire da sostanze organiche vegetali ed animali, e i loro derivati (come per esempio le plastiche).

Come utilizzare al meglio il climatizzatore: 10 consigli

Consigli per utilizzare il climatizzatore
Consigli per utilizzare il climatizzatore

Come utilizzare al meglio il climatizzatore: 10 consigli per un uso consapevole

Il grande caldo è già arrivato e come ogni anno, per trovare un po’ di confort, scatta la corsa all’acquisto dei climatizzatori. Gli esperti dell’ENEA, Agenzia per l’Efficienza Energetica, hanno messo a punto una serie di consigli pratici su come utilizzare al meglio il climatizzatore, senza spese eccessive in bolletta e senza mettere a repentaglio la salute. Vi riportiamo questi consigli, aggiungendo anche alcune indicazioni che arrivano dalla nostra esperienza nel campo della costruzione di case nZEB e della riqualificazione di edifici esistenti.

Innanzitutto, ricordiamo che il patrimonio edilizio esistente in Italia, è stato costruito, nella maggior parte dei casi, prima del 1990, ed è quindi composto da edifici energivori, cioè freddi in inverno e molto caldi d’estate. Il che comporta alti costi di gestione sia per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. Tuttavia, anche se non si ha in programma alcun intervento di riqualificazione energetica, è possibile adottare alcuni accorgimenti per vivere in un ambiente più confortevole.

Vediamo quali sono questi accorgimenti.

1. Scegliete climatizzatori in classi energetiche efficienti

Se stai per acquistare una pompa di calore scegli un modello in classe energetica A o superiore con elevato COP (Coefficiente di Prestazione Energetica), con dimensioni e prestazioni adeguate alla casa da climatizzare.

Un sistema di climatizzazione in classe A o superiore consente di ridurre fino al 30% l’energia consumata rispetto ad un climatizzatore in classe C. Non risparmiate sul prezzo d’acquisto: ne beneficerete sui costi in bolletta, ed i tempi di rientro del costo iniziale saranno inferiori più il climatizzatore sarà efficiente.

Inoltre, installate pompe di calore con tecnologia ad inverter in quanto adeguano la potenza alla necessità effettiva, riducendo i cicli di accensione e spegnimento necessari per produrre energia termica (caldo ed anche freddo).

come utilizzare al meglio il climatizzatore

2. Non raffreddate troppo l'ambiente

Il secondo consiglio su come utilizzare al meglio il climatizzatore è quello di tenere una temperatura interna che non sia di troppo inferiore a quella esterna in estate (o troppo superiore ai 20-22 °C in inverno). Due o tre gradi in meno sono sufficienti appena si entra in un ambiente, per poi abbassare di altri 2 o 3 gradi una volta che il corpo si è abituato. Questo consente di evitare gli sbalzi di temperatura.

Una buona soluzione per “sentire meno il caldo” è quella di attivare la deumidificazione; in molti casi togliere l’umidità in eccesso consente di abbassare la temperatura percepita dal corpo ed avere una sensazione di sollievo.

3. Pulite i filtri ogni anno

Se avete già una pompa di calore, è necessario pulire i filtri dell’aria e le ventole alla prima accensione stagionale. Questo consente di far lavorare meglio il climatizzatore: se i filtri non vengono puliti il climatizzatore consumerà di più. Non solo: potrebbe far aumentare allergie, bronchiti, raffreddori in quanto dentro i filtri si annidano allergeni, muffe, batteri e virus. Se i filtri sono deteriorati vanno sostituiti; inoltre va fatta controllare anche la tenuta del circuito del gas ed il suo livello.

In genere i filtri si smontano facilmente e basta lavarli con un po’ di sapone di marsiglia; se sono filtri alla zeolite o ai carboni attivi basta spazzolarli.

come utilizzare al meglio il climatizzatore in casa pulizia dei filtri

4. Ad ogni stanza la sua macchina interna

Pensare di installare il climatizzatore in corridoio per rinfrescare tutta la casa ed avere un beneficio in termini di confort è pressoché impossibile. Un ulteriore consiglio, dunque, su come utilizzare al meglio il climatizzatore è studiare un impianto che preveda un numero di macchine interne adeguate al numero di stanze della casa; è possibile che ne serva più di una.

5. Posizionate il climatizzatore in alto

La macchina interna del climatizzatore va installata nella parte alta della parete. L’aria fredda, infatti, tende a scendere verso il basso ed a mescolarsi con l’aria calda, che invece tende a salire. Importantissimo, inoltre, non mettere il climatizzatore dietro a divani o tende altrimenti si ottiene l’effetto “barriera” e si blocca la diffusione dell’aria.

come utilizzare al meglio il climatizzatore

6. Programmate la funzione timer ed utilizzate la funzione "notte"

In questo modo si riduce al minimo il tempo di accensione e si abbattono i costi dell’energia. Inoltre, con il climatizzatore acceso, durante l’estate, è meglio evitare di utilizzare elettrodomestici che producono calore, come ad esempio il forno, in quanto alzano la temperatura interna e fanno consumare di più il climatizzatore pur di mantenere la temperatura prescelta.

Se non fa caldo, se non siete presenti in casa o nelle ore serali che la temperatura si abbassa non accendete il climatizzatore. Utilizzatelo solo in caso di necessità reale.

come utilizzare al meglio il climatizzatore

7. Non puntate il getto d'aria verso di voi

Utilizzare al meglio il climatizzatore ha risvolti positivi anche sulla nostra salute in quanto aumenta il confort domestico, tuttavia, un uso scorretto può avere ripercussioni fastidiose. Ad esempio, bisogna regolare il getto d’aria in modo tale che non punti addosso a noi in quanto potrebbe provocare contratture muscolari ed inibire le cellule ciliate, ossia le cellule che bloccano virus e batteri e ci aiutano ad espellerli dal nostro organismo. Se queste cellule si bloccano batteri e virus si riproducono e potremmo incappare in infiammazioni del tratto respiratorio quali raffreddori, tracheiti e bronchiti.

8. Tenete porte e finestre chiuse

L’ottavo consiglio su come utilizzare al meglio il climatizzatore è quello di lasciare porte e finestre chiuse in modo che l’aria più calda esterna non entri. Molto utile, per tenere una temperatura fresca e non consumare troppo, è anche chiudere gli scuri ed abbassare le persiane; si evitano così le dispersioni di calore. Utilissime, a questo scopo, sono anche le tende parasole esterne.

come utilizzare al meglio il climatizzatore

9. Proteggete la macchina esterna dal sole e dalle intemperie

Se possibile, la parte esterna del climatizzatore va installata in una zona non esposta direttamente alla luce del sole o alle intemperie; è molto importante anche coibentare i tubi del circuito refrigerante all’esterno dell’abitazione in quanto, se esposti alla luce del sole, possono danneggiarsi.

10. Soluzioni alternative

Nel caso in cui stiate pensando di costruire una nuova casa o di riqualificare un’abitazione esistente, il consiglio che diamo è quello di rivolgervi ad aziende come la nostra che si occupano di realizzare soluzioni integrate tra involucro ed impianto, valutando anche soluzioni alternative all’installazione del climatizzatore.

Concludiamo, infatti, ricordandovi che le nuove abitazioni e le abitazioni sottoposte a riqualificazioni importanti, devono, dal 1 gennaio 2021, essere case nZEB ossia case ad energia quasi zero con bassissimi consumi energetici.

Se hai trovato il nostro articolo interessante ti suggeriamo anche la lettura di altri due articoli in cui i nostri clienti raccontano come si vive nelle case nZEB da noi costruite a Casale sul Sile ed a Montebelluna.

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