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Incentivi per gli edifici delle imprese: quali sono?

incentivi per edifici imprese 2022
incentivi per edifici imprese 2022

Immobili di impresa: è possibile accedere agli incentivi statali per la riqualificazione?

Le aziende, sebbene abbiano forti limitazioni nell’accesso agli incentivi che più conosciamo come superbonus 110, bonus ristrutturazioni o a seconda del tipo di società, possono accedere ad alcune soluzioni che consentono di migliorare le prestazioni energetiche e sismiche degli edifici di loro proprietà.

L’obiettivo di questo articolo è fare una piccola panoramica degli incentivi dedicati agli interventi di riqualificazione energetica e sismica per gli immobili delle imprese.

Andiamo a vedere ora, a seconda del tipo di edificio quali incentivi siano a disposizione e quali società possano accedere.

Immobili strumentali per natura: sismabonus ordinario, bonus facciate, ecobonus e superbonus 110

Nel caso degli immobili strumentali per natura, cioè gli immobili a cui non è possibile cambiare la destinazione d’uso senza che non ci siano trasformazioni radicali (categorie catastali A/10, B, C, D ed E), si possono utilizzare i seguenti incentivi statali nelle modalità indicate:

    • Sismabonus ordinario: ci possono accedere tutte le persone fisiche e giuridiche nel caso in cui l’edificio sia adibito ad attività produttiva; al sismabonus si può accedere anche nel caso di immobili dati in affitto;
    • Bonus facciate: è consentito richiederlo da parte di tutte le società di persone e di capitali;
    • Ecobonus ordinario: possono richiederlo i titolari di reddito d’impresa che effettuano interventi di riqualificazione su immobili di proprietà o di cui hanno il titolo di detenzione;
    • Superbonus 110: si può utilizzare solo nel caso in cui l’azienda partecipi a spese comuni effettuate su condomini in cui detiene delle proprietà; tuttavia, se le unità che possiede l’azienda sono unità non residenziali in condomini prevalentemente non residenziali la detrazione non spetta all’azienda.

Le aziende, di qualsiasi tipo, non possono accedere al bonus ristutturazioni.

Possono però usufruire, sugli altri bonus, di cessione del credito e sconto in fattura.

Immobili strumentali per destinazione: sismabonus ordinario, bonus facciate, ecobonus ordinario e superbonus 110

Se parliamo di immobili strumentali per destinazione, e cioè degli edifici che l’azienda utilizza esclusivamente per l’esercizio dell’impresa, la situazione cambia leggermente:

    • Sismabonus ordinario: spetta a tutte le imprese e società di persone e di capitali per gli immobili in cui svolgono la loro attività e può essere richiesto da attività agricole, professionali, produttive di beni e servizi, commerciali e non commerciali;
    • Bonus facciate: possono ricorrervi tutte le società di persone e di capitali;
    • Ecobonus ordinario: vale lo stesso principio destinato agli immobili strumentali per natura;
    • Superbonus 110: le limitazioni rimangono le stesse del sismabonus per i beni strumentali per natura.

Anche in questo caso i proprietari dell’azienda possono usufruire di cessione del credito e sconto in fattura.

Immobili patrimonio (immobilizzati): bonus ristrutturazioni, sismabonus ordinario, bonus facciate, ecobonus ordinario e superbonus 110

Si tratta di abitazioni o terreni locati a terzi o non utilizzati per l’attività (immobili patrimonio). Gli incentivi cui si può accedere sono:

    • Bonus ristrutturazioni solo nel caso di abitazioni patrimonio;
    • Sismabonus ordinario: l’agevolazione spetta a tutte le imprese e società di persone e capitali;
    • Bonus facciate: spetta anche per le abitazioni patrimonio;
    • Ecobonus ordinario: è garantito lo stesso meccanismo che nel caso dei beni strumentali;
    • Superbonus 110: è soggetto alle stesse limitazioni degli immobili strumentali.

Anche in questo caso i proprietari dell’azienda possono usufruire di cessione del credito e sconto in fattura.

Immobili merce: sismabonus ordinario, bonus facciate, superbonus 110

Gli immobili merce possono accedere a:

    • Sismabonus ordinario: con le stesse modalità delle altre tipologie di beni immobili;
    • Bonus facciate: sulla carta il bonus non è vietato tuttavia l’Agenzia delle Entrate non ha ancora dato indicazioni in merito;
    • Ecobonus 110: valgono le stesse limitazioni previste per gli altri immobili aziendali
    • Superbonus 110: valgono le stesse limitazioni previste per gli altri immobili aziendali.

L’azienda può optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Perché è importante intervenire anche sugli immobili aziendali?

Riqualificare il patrimonio di immobili appartenente alle aziende contribuisce a migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza antisismica degli edifici aziendali. Inoltre, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda sul Clima per il 2030.

Un intervento, in particolare, oltre alla coibentazione dell’edificio, può contribuire alla produzione di energia da fonti rinnovabili: l’installazione di pannelli fotovoltaici per l’autoconsumo.

In questo caso l’azienda è in grado di sostenere in modo più efficiente i costi derivanti dall’utilizzo dell’energia.

Le aziende, infine, possono essere predisposte per la partecipazione alle CER – Comunità Energetiche Rinnovabili – ed immettere in rete l’energia prodotta in surplus. Ciò genera un circolo virtuoso che permette di avere più autonomia energetica ed a costi più moderati per tutti i cittadini, in un’ottica win-win.

Fondi per gli immobili aziendali in Veneto

In Veneto, lo scorso giugno, il fondo anticrisi (gestito da Veneto Sviluppo) è stato aumentato di 5 milioni di euro proprio per dare la possibilità alle aziende che installano un impianto fotovoltaico (più inverter, accumulo ed altre dotazioni tecnologiche) di ulteriori agevolazioni.

Bonus casa 2020: cosa è cambiato con la nuova Legge di Bilancio

bonus casa 2020 copertina
bonus casa 2020 copertina

Bonus casa 2020: ecco cosa è cambiato con la nuova Legge di Bilancio

A circa un mese dall’entrata in vigore della nuova Legge di Bilancio facciamo, come ormai nostra tradizione, una panoramica sui bonus per la casa. I bonus casa 2020 vedono una sostanziale conferma per quanto riguarda percentuali, massimali di detrazione, quote annuali e cessione del credito. Tuttavia non mancano sorprese e scossoni: prima tra tutte la limitazione dello sconto in fattura alle riqualificazioni di primo livello per interventi di efficientamento energetico, su edifici condominiali, di importo superiore ai 200mila euro e l’abrogazione della cessione del credito per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Qui di seguito eccovi una carrellata sui principali bonus casa 2020.

Ecobonus 2020

L’ecobonus 2020 dedicato ai condomini rimane invariato e scadrà il 31 dicembre 2021. L’ecobonus 2020 dedicato alle singole unità immobiliari scadrà il 31 dicembre 2020 e si potrà recuperare in 10 anni. Le percentuali applicabili saranno due 65% e 50% a seconda degli interventi.

Interventi al 65%:

    • riqualificazione energetica globale dell’edificio;
    • lavori sull’involucro;
    • installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda;
    • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione in classe A e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti;
    • sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
    • acquisto e posa in opera di microcogeneratori in sostituzione degli impianti esistenti.

Interventi al 50%:

    • sostituzione di finestre comprensivi di infissi;
    • acquisto e posa in opera di schermature solari;
    • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione in classe A;
    • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti a biomassa.
bonus casa 2020 ecobonus

Sconto in fattura e cessione del credito

Lo sconto in fattura, introdotto dal Decreto Crescita di aprile 2019, è stato fortemente limitato. Se prima era applicabile a tutti gli interventi riguardanti ecobonus e sisma bonus, sia per condomini che per singole unità immobiliari, con la nuova Legge di Bilancio 2020 lo sconto in fattura si applica solo sugli edifici condominiali nel caso in cui si effettuino interventi di ristrutturazione di primo livello, inerenti l’efficientamento energetico dell’edificio, con importo lavori superiore ai 200mila euro. Tradotto: interventi che riguardino più del 50% della superficie lorda complessiva dell’edificio per quanto riguarda l’involucro, ed allo stesso tempo vadano ad ammodernare l’impianto termico per la climatizzazione invernale e/o estiva asservito all’intero edificio. Lo sconto in fattura può essere recuperato in 5 anni.

Rimangono invariate le regole per la cessione del credito che si applica a ecobonus condomini, ecobonus singole unità immobiliari e sisma bonus condomini. Non è possibile la cessione del credito per il sisma bonus sulle singole unità immobiliari ed è stata tolta la possibilità di cedere il credito per l’installazione dei pannelli fotovoltaici.

bonus casa 2020 sconto in fattura

Sisma bonus 2020

Il sisma bonus, la detrazione dedicata al miglioramento sismico dei condomini e delle singole unità immobiliari, rimane pressoché invariato con scadenza al 31 dicembre 2021.

Rientra nelle detrazioni previste dal sisma bonus anche l’acquisto di case antisismiche, situate in zona sismica 1, 2 o 3, demolite e ricostruite da imprese edili e messe in vendita entro 18 mesi dalla data di fine lavori. La detrazione è pari al 75% del prezzo di vendita se l’intervento ha comportato la diminuzione di una classe di rischio sismico ed all’85% del prezzo di vendita nel caso in cui l’intervento abbia portato al miglioramento di due o più classi sismiche.

Bonus casa 2020 sismabonus

Bonus ristrutturazioni ed acquisto di immobili ristrutturati

Il bonus ristrutturazioni è stato rinnovato alle stesse condizioni dell’anno precedente per cui sarà possibile detrarre il 50% delle spese sostenute, fino ad un massimale di 96 mila euro per unità immobiliare, e recuperare le detrazioni in 10 anni. Il bonus scadrà il 31 dicembre 2020.

Rientrano nel bonus ristrutturazioni i seguenti interventi:

    • manutenzione ordinaria;
    • manutenzione straordinaria;
    • lavori su immobili danneggiati da calamità;
    • acquisto e costruzione di box e posti auto;
    • eliminazione delle barriere architettoniche;
    • prevenzione degli illeciti;
    • cablatura e riduzione dell’inquinamento acustico;
    • interventi per il risparmio energetico;
    • adozione di misure antisismiche;
    • bonifica dall’amianto;
    • messa in sicurezza contro gli infortuni domestici.

Inoltre per chi acquista un immobile ristrutturato da un’impresa di costruzioni e messo in vendita entro 18 mesi dalla data di fine lavori è prevista la detrazione del 50% sul 25% del prezzo di acquisto.

Bonus casa 2020 bonus ristrutturazioni

Altri bonus casa 2020

Monitoraggio strutturale continuo degli immobili

Sarà previsto un credito d’imposta per il monitoraggio strutturale continuo degli edifici, riconosciuto nel limite massimo di 1,5 milioni di euro per ciascun anno (2020 e 2021). Tale misura sarà regolamentata da un apposito decreto del Ministero dell’Economia.

Bonus mobili

Tra i bonus casa 2020 è stato confermato anche il bonus mobili. La detrazione sarà possibile per il 50% del prezzo di acquisto di mobili e grandi elettrodomestici in classe A+ e superiori (classe A per i forni) destinati ad arredare un’immobile oggetto di ristrutturazione.

Bonus verde

Confermato, infine, anche il bonus verde fino al 31 dicembre 2020. La misura prevede una detrazione IRPEF del 36% delle spese sostenute, con un limite massimo di 5mila euro, per la sistemazione di aree verdi ad uso abitativo. La detrazione va ripartita in 10 rate annuali.

bonus casa 2020 bonus mobili

I servizi di EDILVI impresa edile ed ESCo a Treviso

EDILVI, impresa edile a Treviso ed Energy Service Company, si occupa di ecobonus condomini e sisma bonus condomini in provincia di Treviso, nonché di ecobonus e sismabonus per singole unità immobiliari. Scopri di più sui nostri servizi visitando la sezione dedicata nel nostro sito.

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la Divisione ESCo

La riqualificazione energetica e sismica delle scuole italiane

riqualificazione energetica e sismica delle scuole
riqualificazione energetica e sismica delle scuole

La riqualificazione energetica e sismica delle scuole italiane

La maggior parte delle scuole italiane sono state costruite prima del 1976, anno in cui è stata varata la prima legge sul contenimento energetico; dunque la maggior parte degli edifici scolastici sono inadeguati dal punto di vista energetico e sismico, con pesanti ripercussioni sulle dispersioni di energia, sui costi di gestione, sulle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e soprattutto sul confort di alunni, professori e personale scolastico.

Inoltre, buona parte delle scuole italiane si trova in zone a rischio sismico elevato (zona 1, 2 e 3); in particolare gli edifici più datati potrebbero dunque essere a rischio di crollo in caso di terremoto.

In seguito al terremoto di Puglia e Molise (31 ottobre – 02 novembre 2002), che causò la morte di 27 bambini per il crollo del solaio della scuola “Francesco Jovine”, lo Stato Italiano ha riclassificato le zone a rischio sismico e identificato tutti gli edifici strategici e rilevanti (come le scuole) che devono per legge dotarsi dell’attestato di rischio sismico.

Ad oggi molte scuole non sono ancora state adeguate dal punto di vista sismico e pertanto ciò va a discapito della sicurezza di alunni, famiglie, insegnanti e personale.

riqualificazione energetica e sismica delle scuole

Riqualificazione energetica e sismica delle scuole: Cosa è possibile fare?

Sia per la riqualificazione energetica che per il miglioramento sismico delle scuole Governo, Ministeri, Enti preposti hanno varato nel tempo leggi, decreti ed apposite guide che consentono di far crescere l’efficienza energetica e sismica degli edifici della Pubblica Amministrazione, tra cui le scuole pubbliche.

Una guida redatta da Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Istruzione ed ENEA ha ben spiegato il procedimento per riqualificare gli edifici scolastici, partendo dalla diagnosi energetica e dalla diagnosi sismica, passando per gli interventi possibili, per finanziamenti ed incentivi esistenti fino alle modalità per reperire le risorse economiche grazie a collaborazioni pubblico-privato.

Gli Enti pubblici proprietari degli edifici scolastici hanno la possibilità di stipulare accordi contrattuali con le aziende per accedere agli incentivi statali e regionali. Questa particolare forma di contratto, si chiama Contratto EPC (Energy Performance Contract) ed è un accordo che la Pubblica Amministrazione può contrarre con società certificate chiamate ESCo (Energy Service Company), quali la nostra azienda EDILVI ESCo, che possono effettuare le diagnosi energetiche e sismiche, accedere agli incentivi, eseguire i lavori di riqualificazione energetica e miglioramento sismico delle scuole italiane, gestire la manutenzione successiva, e gestire il rendimento energetico dell’edificio riqualificato.

Il contratto EPC, infatti, è un contratto che prevede, da parte della ESCo, l’assunzione del rischio finanziario degli interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico e si basa sulla differenza tra i costi di consumo dell’energia iniziali (prima della riqualificazione) e quelli attesi dopo l’intervento.

riqualificazione energetica e sismica delle scuole

Riqualificazione energetica e sismica delle scuole: Cosa è possibile fare?

Gli interventi per la riqualificazione energetica ed il miglioramento sismico delle scuole possono essere principalmente di due tipi:

Interventi sull'edificio

• Isolamento delle pareti perimetrali;
• Isolamento delle coperture;
• Isolamento dei solai;
• Interventi sulle finestre (pellicole adesive, sostituzione vetri, sostituzione di tutto il serramento);
• Inserimento di sistemi schermanti (orizzontali/verticali, interni/esterni, frangisole fissi/orientabili, veneziane, tende avvolgibili, lamelle nel vetrocamera);
• Isolamento sismico con tecniche innovative quali cappotto sismico.

Interventi sugli impianti

• Installazione generatori a condensazione più interventi di adattamento degli impianti esistenti;
• Installazione pompe di calore (elettriche a compressione o ad assorbimento);
• Ventilazione meccanica controllata per ottenere un buon livello della qualità dell’aria e ridurre gli inquinanti volatili;
• Sistemi BEMS per la gestione integrata delle funzioni tecnologiche dell’edificio (monitoraggio e gestione dell’uso dell’energia);
• Illuminazione (pareti chiare, sfruttare la luce che entra dalle finestre, interruttori a tempo in bagni e scale, lampade a LED);
• Cogenerazione di energia elettrica e termica;
• Installazione di impianti a fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico ed eolico i più adatti).

A quali incentivi si può accedere?

Gli Enti Pubblici possono finanziare la riqualificazione energetica delle scuole attraverso appositi fondi pubblici (propri, Regionali o Statali) e privati come:

    • Conto Termico 2.0;
    • Fondi Europei FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) ed FSE (Fondo Sociale Europeo), recepiti dai Programmi Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR);
    • Decreto Mutui;
    • Otto per mille;
    • Fondi di istituzioni private.

Riqualificare è importante per il futuro

Riqualificare energeticamente e sismicamente gli edifici scolastici diventa dunque fondamentale per garantire migliori condizioni di studio/lavoro e maggiore sicurezza ad alunni, insegnanti e personale. Inoltre, l’abbattimento dei costi di gestione dell’energia (bollette) e l’abbattimento delle emissioni nocive in atmosfera si ripercuote positivamente sia sull’economia, liberando risorse economiche ora destinate al pagamento delle elevate bollette delle scuole, che sulla salute. Meno emissioni in ambiente significa infatti un miglioramento generale delle condizioni di salute umane.

Scopri tutti i servizi dedicati alla riqualificazione energetica e sismica delle scuole e degli edifici pubblici all’interno della sezione dedicata alla nostra Divisione ESCo.

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Riqualificare le case ATER con Conto Termico 2.0 e Sisma Bonus

riqualificazione case ater
riqualificazione case ater

Riqualificare le case ATER con Conto Termico 2.0 e Sisma Bonus

Gli enti che gestiscono le case ATER, o Istituti Autonomi Case Popolari, sono Enti Pubblici che gestiscono a livello locale l’edilizia destinata ai ceti meno abbienti della popolazione italiana; rientrano dunque a tutti gli effetti nel patrimonio edilizio pubblico.

La Strategia Energetica Nazionale 2017, tra i tanti settori analizzati, ha stabilito che il patrimonio edilizio pubblico va riqualificato nei prossimi anni in quanto attualmente obsoleto dal punto di vista energetico. Non solo, molto spesso lo stesso patrimonio edilizio è inadeguato anche nell’aspetto della sicurezza sismica.

Per perseguire gli obiettivi al 2030 della Strategia Energetica Nazionale sarà, quindi, necessario riqualificare anche le case popolari. A disposizione di chi gestisce le case ATER e degli enti aventi le stesse finalità sociali (ossia che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di house providing, che siano costituiti ed operanti al 31 dicembre 2013, su edifici di loro proprietà o in uso per l’edilizia residenziale) ci sono due possibilità di incentivo: il Conto Termico 2.0 ed il Sisma Bonus.

Il Conto Termico 2.0 per le case ATER

Il Conto Termico 2.0 è un incentivo statale che finanzia fino al 65% delle spese per la riqualificazione energetica degli edifici.

Gli interventi ammessi si dividono in due categorie:

    • interventi di incremento dell’efficienza energetica in edifici esistenti, parti di essi o unità immobiliari esistenti;
    • interventi di piccole dimensioni di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di sistemi ad alta efficienza in edifici esistenti, parti di essi o unità immobiliari.
Incentivo per edifici nZEB
65%

Gli Enti Pubblici, comprese le case ATER e gli enti aventi le stesse finalità sociali, possono richiedere gli incentivi del Conto Termico 2.0 per riqualificare edifici di cui sono proprietari o utilizzatori.

Nel caso di riqualificazione di un edificio ad nZEB l’incentivo si attesta al 65%; in ogni caso il costo della diagnosi energetica viene coperto al 100% dall’incentivo.

Il Sisma Bonus per le case ATER

La Legge Finanziaria per il 2018 ha previsto che possano beneficiare del Sisma Bonus anche le case ATER e gli enti aventi le stesse finalità sociali. In questo caso l’incentivo fiscale prevede una detrazione fino all’85% nel caso di miglioramento di 2 classi di rischio sismico dell’edificio. La quota massima incentivata per unità immobiliare è di 96.000 euro.

La detrazione fiscale derivante dal Sisma Bonus può diventare credito fiscale cedibile all’azienda che effettua i lavori (o a terzi) come mezzo di finanziamento degli interventi compiuti.

Miglioramento di 2 classi di rischio sismico
85%

Come accedere agli incentivi?

Gli enti pubblici che gestiscono le case ATER, e gli enti aventi le stesse finalità sociali, possono ottenere gli incentivi fiscali Conto Termico 2.0 e Sisma Bonus per riqualificare energeticamente un edificio esistente (e portarlo in classe energetica A4 ossia nZEB – nearly zero energy building) avvalendosi di una ESCo (Energy Service Company), con esperienza nella riqualificazione energetica, nell’individuazione degli incentivi e nella gestione dei contatti con il settore pubblico.

Una ESCo per operare deve essere in possesso, secondo quando stabilito dalla legge, di certificato UNI CEI 11352.

L’ente pubblico che si avvale dei servizi di una ESCo può stabilire con la stessa un contratto EPC (Energy Performance Contract) con prestazioni aggiuntive. In questo caso la ESCo opererà in nome e per conto dell’ente pubblico, effettuando una prima diagnosi energetica, presentando tutta la documentazione necessaria al GSE, ottenendo gli incentivi, eseguendo i lavori e gestendo le performance dell’edificio, negli anni di durata del contratto EPC.

EDILVI ESCo è azienda certificata UNI CEI 11352 ed opera da anni nel settore, riqualificando edifici pubblici quali scuole, municipi, palestre ed edifici come le case ATER.

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la nostra guida

Sisma Bonus condomini (parti comuni). Il miglioramento sismico e la salvaguardia del patrimonio edilizio esistente

Sisma bonus per la riqualificazione sismica dei condomini
Sisma bonus per la riqualificazione sismica dei condomini

Sisma Bonus per i condomini (parti comuni). Il miglioramento sismico e la salvaguardia del patrimonio edilizio esistente

L’Italia è un Paese ad altissimo rischio sismico.

Si trova infatti sulla faglia che delimita le zolle tettoniche europea ed africana. La faglia percorre tutta l’Italia dalla Sicilia alla dorsale appenninica per poi salire nella pianura Padana e virare verso il Friuli Venezia Giulia correndo ai piedi delle Prealpi. Lo scontro tra le due zolle spinge la penisola verso la zona dei Balcani provocando terremoti ad un ritmo medio di uno ogni due anni e mezzo. Gran parte del territorio italiano si trova in zona sismica 1 o 2, considerate le classi di maggior rischio.

In 156 anni, infatti, si sono succeduti ben 50 terremoti con magnitudo pari o superiore a 5,5 gradi della scala Richter. Tra questi, quattro hanno superato il grado 7 della scala Richter. Ognuno di questi terremoti ha provocato distruzione, morti e feriti (il numero dei morti complessivi supera i 164mila). Intere città e paesi sono stati distrutti ed il crollo di case, palazzine ed in generale degli edifici ha avuto pesanti ripercussioni sulla vita dei cittadini. Per non parlare poi del patrimonio storico ed artistico pesantemente danneggiato.

Sisma bonus per la riqualificazione sismica dei condomini

I terremoti. Quando e dove.

Tra i 50 terremoti alcuni sono entrati nella memoria storica degli italiani:

    • 1873 – Terremoto di Belluno, Vittorio Veneto e Conegliano (Veneto);
    • 1883 – Ischia (Campania)
    • 1887 – Imperia (Liguria)
    • 1905 – Lamezia Terme (Calabria)
    • 1908 – Messina e Reggio Calabria (Sicilia e Calabria)
    • 1915 – Arezzo (Toscana)
    • 1920 – Massa Carrara (Toscana)
    • 1930 – Irpinia (Campania)
    • 1936 – Belluno, Vittorio Veneto e Conegliano (Veneto)
    • 1968 – Valle del Belice (Sicilia)
    • 1976 – Udine (Friuli Venezia Giulia)
    • 1980 – Irpinia (Campania)
    • 1997 – Assisi (Umbria)
    • 2008 – L’Aquila (Abruzzo)
    • 2012 – Modena e Reggio Emilia (Emilia Romagna)
    • 2016 – Amatrice (Lazio e Marche)

La normativa di riferimento

In seguito al terremoto dell’Umbria del 1997 lo Stato Italiano ha effettuato una profonda revisione della normativa antisismica al fine di tutelare le persone ed il patrimonio edilizio esistente. Con le Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2003 (Ordinanze P.C.M. 3274/2003 e 3316/2003) ed i successivi Provvedimenti del 2010 (Circolare DPC/SISM/0031471 21 aprile 2010 – Circolare DPC/SISM/0075499 07 ottobre 2010) ha stabilito: la classificazione sismica del territorio nazionale, le normative tecniche per le costruzioni in zona sismica e l’obbligo di esecuzione dell’analisi di vulnerabilità sismica per gli edifici strategici e rilevanti in zona sismica 1, 2 e 3.

L’esecuzione dell’analisi di vulnerabilità sismica per gli edifici strategici e rilevanti è, dunque, un obbligo di legge.

Soggetti obbligati

L’obbligo di sottoporre un edificio all’analisi di vulnerabilità sismica è in vigore per proprietari pubblici e privati (tra cui proprietari e/o gestori di attività commerciali e sanitarie) di edifici ed opere infrastrutturali di interesse strategico o rilevante. Nel caso in cui, in seguito all’analisi di vulnerabilità sismica, risulti l’inadeguatezza strutturale dell’edificio i proprietari devono tenere conto della necessità di realizzare gli interventi di adeguamento sismico ed inserirli nei piani finanziari dell’edificio stesso. In caso di terremoto, e di mancata esecuzione dell’analisi, i soggetti proprietari e/o gestori sono responsabili penalmente.

Il Sisma Bonus per i condomìni (parti comuni)

Per favorire il miglioramento sismico degli edifici, ed in particolare dei condomìni, il Governo, a partire dal 2017, ha dato vita all’incentivo Sisma Bonus che prevede la possibilità di detrarre spese fino all’85% per interventi di miglioramento sismico degli edifici esistenti, di una o più classi sismiche rispetto a quella di partenza. Nel caso delle parti comuni dei condomìni è prevista la possibilità per i soggetti aventi diritto alla detrazione d’imposta, di cedere tale detrazione fiscale a soggetti terzi (compresa l’impresa edile che realizza gli interventi). Le detrazioni fiscali si trasformano così in credito d’imposta usufruibile in 5 anni.

Per le parti comuni dei condomìni sono previste le seguenti detrazioni:

    • 75% di detrazione fiscale con il miglioramento di 1 classe di rischio sismico fino ad un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (appartamento o ufficio);
    • 85% di detrazione fiscale con il miglioramento di 2 o più classi di rischio sismico fino ad un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (appartamento o ufficio).

Il valore della detrazione si determina in base al miglioramento previsto, ossia in base alla differenza tra la classe di rischio attuale di partenza e la classe finale attribuita all’edificio grazie agli interventi di miglioramento.

All’interno del Sisma Bonus per i condomìni (parti comuni) sono comprese anche le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria.

La classificazione sismica degli edifici esistenti e la scheda di asseverazione della classe di rischio sismico

L’Allegato A al DM 65/2017 ha definito 8 classi di rischio sismico per gli edifici.

La classe di rischio di un edificio si determina in cinque fasi (analisi storico documentale, rilievo dell’edificio, studio dei materiali, costruzione del modello di calcolo, e determinazione della classe). Il risultato porta all’ottenimento della scheda di asseverazione della classe di rischio sismico attuale.

Successivamente, ottenuta la classe di rischio sismico di partenza si procede con la realizzazione del progetto di miglioramento, che va poi presentato alle Amministrazioni competenti per le dovute approvazioni. Ottenuti i permessi, si arriva al certificato di asseverazione della nuova classe di rischio sismico. Il confronto tra la vecchia classe di rischio e la nuova determina il valore delle detrazioni.

La scheda di asseverazione della classe di rischio sismico va redatta e firmata da un professionista incaricato.

Sisma bonus per la riqualificazione sismica degli edifici esistenti

I servizi di EDILVI ESCo

EDILVI ESCo, grazie ai suoi professionisti interni, è in grado di dare il massimo supporto agli amministratori di condomìni ed ai proprietari e/o gestori di attività per l’ottenimento dell’Attestato di asseverazione del rischio sismico. Inoltre, in quanto azienda di servizi per le costruzioni può seguire tutta la fase progettuale, la fase di realizzazione degli interventi fino ad arrivare all’ottenimento dei benefici ed alla gestione degli stessi con il meccanismo del credito d’imposta.

Per saperne di più scarica la nostra Guida al Sisma Bonus per i condomìni (parti comuni).

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la guida

Sismabonus 2017: tutte le informazioni a riguardo

sisma bonus
sisma bonus

Sismabonus 2017: tutte le informazioni a riguardo

Sono state stabilite le nuove Linee Guida per la classificazione di rischio sismico e la relativa attestazione: quali sono le novità e a che professionisti rivolgersi?

Dal 1 Marzo 2017, gli interventi riguarderanno immobili adibiti ad abitazioniseconde case e ad attività produttive eseguiti prima del 2008, realizzati quindi con una normativa non attuale e sarà prevista:

    • Estensione alle zone sismiche 1, 2 e 3
    • Stabilizzazione per 5 anni, tra il 1 gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021
    • Possibilità di detrarre l’intervento in 5 anni
    • Creazione di n° 8 classi di rischio sismico (da A+ a G)
    • Sistema di detrazioni premianti (maggiore l’intervento, maggiore la quota detraibile)
    • Possibilità di cessione del credito ai fornitori per chi non può sostenere la spesa

Quanto sarà possibile detrarre?

L’ammontare massimo deducibile è di 96.000 € per ogni unità immobiliare, dal 1/01/2017 al 31/12/2021.
La percentuale detraibile fiscalmente prevista è:

  • per abitazioni, prime e seconde case, ed edifici produttivi:
    pari all’ 70%se migliora di 1 classe di rischio;
    pari all’ 80% se migliora di 2 o più classi di rischio;
  • Per condomini e parti comuni:
    pari al 75%se migliora di 1 classe di rischio;
    pari all’ 85% se migliora di 2 o più classi di rischio.

Semplificazioni per i capannoni industriali

Le Linee Guida prevedono per questo tipo di costruzioni il passaggio ad una classe di rischio immediatamente superiore, eseguendo solamente interventi locali di rafforzamento, anche se in assenza di un’attribuzione della classe di rischio.
Devono però essere soddisfatte alcune prescrizioni:

    1. eliminazione delle carenze tra gli elementi travi/pilastri;
    2. eliminazione delle carenze tra tamponature e struttura;
    3. eliminazione delle carenze di stabilità degli eventuali macchinari presenti nella struttura.

A chi rivolgersi per gli interventi?

L’art. 3 del Decreto Ministeriale prevede che i professionisti abilitati ad effettuare le valutazioni siano laureati in Ingegneria e laureati in Architettura, iscritti agli ordini di appartenenza; inoltre alcune ESCo effettuano interventi sia sulla riqualificazione energetica sia sulla riqualificazione sismica.
Questi professionisti dovranno:

    • valutare la classe di rischio;
    • progettare l′intervento di riduzione rischio sismico;
    • determinare la classe di rischio del fabbricato;
    • attestare la conformità del progetto.

Per saperne di più sui nostri servizi collegati al Sismabonus ti suggeriamo di visitare le pagine dedicate all’interno della sezione Divisione ESCo del nostro sito.

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