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I vantaggi delle Smart Home

Smart home: i vantaggi
Smart home: i vantaggi

I vantaggi delle Smart Home

Le caratteristiche principali di una casa smart sono sicuramente il comfort domestico e l’importante risparmio energetico. Dotando infatti la propria abitazione di un impianto domotico si potrà avere un’interconnessione dei diversi spazi e impianti della casa; questo permetterà di tenere sotto controllo, anche da remoto, ogni aspetto dell’immobile, facilitando la gestione degli spazi domestici e contribuendo quindi a ridurre le bollette di luce e gas. Basterà possedere una delle migliori offerte fibra ottica per utilizzare al meglio i vantaggi del proprio impianto domotico; da non sottovalutare anche la scelta di un buon operatore sul proprio smartphone che permetta un controllo veloce anche quando siamo fuori casa.

Abitazioni smart e risparmio energetico

L’automazione ci permette di monitorare costantemente i nostri consumi domestici, andando a intervenire in autonomia per migliorarne la resa e le prestazioni. In questo modo non solo aumenteremo l’efficienza energetica della nostra abitazione ma soprattutto andremo ad evitare inutili sprechi di energia contribuendo così alla salvaguardia del nostro pianeta.

Smart Home i vantaggi nel risparmio energetico

I vantaggi della domotica

    1. Iperconnettività: sarà possibile rimanere sempre connessi e da qualsiasi luogo per controllare ogni ambiente della casa tramite app o smartphone;

    2. Maggior sicurezza: l’impianto domotico ci permette di monitorare costantemente l’abitazione avvertendoci in tempo reale di qualsiasi cambiamento, cosa importantissima soprattutto in caso di effrazioni o ad esempio incendi;

    3. Comfort abitativo: una smart home può essere personalizzata completamente per controllare da remoto ogni aspetto abitativo come ad esempio avviare un elettrodomestico, programmare la temperatura interna, spegnere le luci;

    4. Riduzione dei consumi: la domotica ci permette di mantenere costantemente sotto controllo i consumi energetici dell’abitazione permettendoci un enorme risparmio in bolletta.
Smart home e controllo da remoto

Gli elettrodomestici intelligenti

Tra i vantaggi energetici della domotica troviamo in particolare l’illuminazione e il riscaldamento.
Con l’illuminazione intelligente difatti è possibile regolare l’accensione e lo spegnimento delle luci di qualsiasi ambiente della casa. Per quanto riguarda i termostati intelligenti permettono invece di gestire la caldaia programmando la temperatura interna sulla base delle nostre abitudini donandoci un maggiore comfort abitativo. Un ulteriore aiuto con il risparmio energetico viene dato dalle prese intelligenti, dispositivi in grado di monitorare il consumo elettrico quotidiano e anche di disattivarsi in automatico qualora si dovesse superare la soglia di consumi stabilita.

Smart home: elettrodomestici intelligenti

Bonus domotica 2022: come ottenerlo

Anche per il 2022 è possibile approfittare del bonus domotica al 65% per l’acquisto e l’installazione di dispositivi per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione e diminuire così gli sprechi energetici, cosa importantissima in un periodo in cui bisogna stare molto attenti a fare il nostro piccolo per salvaguardare il Pianeta in cui viviamo. L’agevolazione per la domotica rientra all’interno dell’Ecobonus, che prevede quindi detrazioni anche per l’aggiornamento degli impianti domotici della casa (building automation).

Possono usufruire di questi incentivi tutti i contribuenti che possiedono l’immobile oggetto di intervento a qualsiasi titolo quindi:

    • Persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni;
    • Contribuenti titolari di reddito d’impresa;
    • Associazioni tra professionisti;
    • Enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

Superbonus 110 2022: cosa cambia nel nuovo anno

superbonus 110 2022
superbonus 110 2022

Superbonus 110 2022: scopriamo assieme come cambia l'incentivo in questi mesi

Il Superbonus 110, in questo periodo, è stato oggetto di molteplici modifiche che hanno inciso in particolar modo sulle date di proroga, sulla cessione del credito e sui massimali dei prezzi. Faremo un breve escursus nell’argomento per capire cosa si può attualmente fare e cosa non si può fare.

La proroga del Superbonus 110 con la Legge di Bilancio 2022

I primi significativi cambiamenti sono stati introdotti con la Legge di Bilancio per il nuovo anno, L. 234/2021. Il Superbonus come sappiamo è stato prorogato fino al 31 dicembre 2022 per le singole unità immobiliari, a patto che almeno il 30% degli interventi previsti sull’edificio da riqualificare vengano effettuati entro il 30 giugno 2022.

Il Superbonus 110 dedicato ai condomini, invece, è stato prorogato, senza cambiamenti, fino al 31 dicembre 2023. Negli anni successivi al 2023 la percentuale di detrazione del bonus scenderà: al 70% nel 2024 ed al 65% nel 2025.

Dal 2022 le detrazioni vengono ripartite in 4 anni e non più in 5 (rimangono ripartite in 5 anni quelle per gli interventi realizzati fino al 31 dicembre 2021).

Anziché optare per la riscossione delle detrazioni nella dichiarazione dei redditi, chi ha diritto ad accedere al Superbonus 110, può optare per la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Restano invariati i requisiti d’accesso: miglioramento di almeno 2 classi energetiche e applicazione di almeno uno dei 3 interventi traino (coibentazione delle superfici, sostituzione della caldaia con pompa di calore, intervento antisismico). Rientrano negli interventi trainati, oltre a tutti gli interventi previsti per gli anni precedenti, l’installazione di impianti fotovoltaici fino a 200kw per le comunità energetiche, l’installazione di impianti fotovoltaici fino a 200kw, interventi di rimozione delle barriere architettoniche.

Il Decreto Sostegni Ter e successive modifiche

Qualche settimana dopo l’entrata in vigore delle modifiche al Superbonus, il Governo è intervenuto nuovamente in materia nel Decreto Sostegni Ter (DL 4/2022) per contrastare le numerose frodi ai danni dello Stato che nel frattempo sono state scoperte.

Il Decreto è intervenuto sulla cessione del credito, prima possibile senza limitazioni nel numero di cessioni, riducendola ad una sola cessione. Tuttavia, questa soluzione è stata poi superata con un successivo decreto che ha portato le cessioni possibili ad un numero di 3.

Visto di conformità e congruità delle spese: i nuovi prezzi di riferimento

Per limitare le frodi contro lo Stato, il Governo era già intervenuto a novembre 2021 con il Decreto Antifrode (DL 157/2021) al quale era seguita la circolare dell’Agenzia delle Entrate 16/E/2021 che ha previsto l’introduzione della certificazione di congruità delle spese sui lavori con il dovere di rispettare i costi massimi per tipologia di intervento basandosi sul Decreto Requisiti tecnici (DM 6 agosto 2020), nel caso di lavori con data inizio lavori a partire del 6 ottobre 2020. Il visto di conformità, prima previsto solo per chi optava per la cessione del credito e dello sconto in fattura, è previsto per tutti coloro che ricorrono al Superbonus.

Con il Decreto Prezzi (non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale) verranno modificati ed aumentati del 20% i massimali di prezzo dei materiali contenuti nel DM 6 agosto 2020, per far fronte ai rincari delle materie prime intervenuti in questi mesi.

Nuovi cambiamenti nella cessione del credito

Il Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 2022 ha iniziato a ritoccare nuovamente il numero delle cessioni del credito divenute ora tre (e non più una sola).

La prima cessione è libera. Tuttavia, le due cessioni successive alla prima possono essere effettuate soltanto a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti ad un gruppo bancario o imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia.

Inoltre, non possono più esserci cessioni parziali in quanto in seguito alla prima comunicazione dell’opzione di cessione del credito o sconto in fattura, l’Agenzia delle Entrate emetterà un codice univoco che consentirà la tracciabilità delle cessioni successive di quel credito. L’Agenzia delle Entrate dovrà emanare un apposito provvedimento in merito.

Infine, sono state introdotte alcune novità in merito alle sanzioni per i professionisti: i tecnici abilitati che indicano informazioni false o omettenodi inserire alcune informazioni nelle dichiarazioni di asseverazione o che attestano falsamente la congruità delle spese possono essere puniti con la reclusione da 2 a 5 anni e con una multa che va da 50mila a 100mila euro (aumentabile nel caso in cui il fine sia conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri).

Cosa cambia per Edilvi?

La nostra azienda, per tutelare il proprio operato, il proprio know how, i tecnici abilitati ed i propri clienti si sta tenendo costantemente aggiornata sulle normative da applicare, facendo fronte ai cambi operativi dettati dalle stesse come sempre fatto anche in passato. L’esperienza acquisita, fin dal 2017, in merito agli incentivi ed all’operatività come general contractor, ci consente di adeguare in modo rapido i nostri sistemi di lavoro.

Un plauso particolare va ai collaboratori di Edilvi che stanno seguendo l’evoluzione normativa attraverso la formazione continua consentendo così di mantenere l’operatività aziendale sia nella progettazione, che nelle fasi di cantiere, che nella conduzione della parte amministrativo-burocratica.

Per quanto riguarda le commesse, al fine di assicurare l’avvio ed il completamento nei tempi concordati degli interventi di riqualificazione già contrattualizzati, cominceremo a prendere in considerazione nuove richieste di interventi da effettuarsi nel 2023, e quindi solo per i condomini, a partire dalla seconda metà dell’anno. Le richieste per le singole unità immobiliari verranno al momento congelate in attesa di capire se il Superbonus 110 dedicato sarà rinnovato anche nel 2023 oppure no.

Ci scusiamo pertanto sin d’ora con tutte le persone che ci contatteranno ma cui chiederemo di risentirci verso l’estate (per i condomini) e verso fine anno (per le singole unità immobiliari).

*Articolo aggiornato il 28 febbraio 2022 in seguito alle modifiche intervenute dopo la pubblicazione della prima versione del 22 febbraio 2022.

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Come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata

come creare una comunita energetica
come creare una comunita energetica

Come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata

Ritorniamo per la terza settimana consecutiva sulla comunità energetica. Dopo aver dato uno sguardo generale nel primo articolo ed aver approfondito la normativa italiana di settore affrontiamo oggi l’argomento: come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata.

Sappiamo già che la comunità energetica è una persona giuridica senza fini di lucro che ha come obiettivo principale quello di ridurre il costo dell’energia per i consumatori che partecipano alla comunità stessa. Sappiamo, inoltre, che la comunità energetica può essere formata da privati, case singole, condomini, aziende, associazioni che mettono in comune l’energia attraverso soluzioni di prossimità (nel caso in cui siano tutte vicine alla stessa cabina di trasformazione di medio/bassa tensione) o soluzioni di comunità virtuale. Nella comunità energetica ci sono individui che producono e consumano energia (prosumer) e individui che, invece, partecipano solo come consumatori.

Le comunità energetiche, dunque, diventano delle vere e proprie governance locali a responsabilità diretta in cui cittadini, imprenditori, associazioni condividono principi, regole, procedure e risorse con l’obiettivo di autogestire l’energia (sharing resources).

Come creare una comunità energetica: alla base della sharing economy

Come è fatta una comunità energetica?

La comunità energetica è composta di tre livelli:

    • abitazione – smart home;
    • edificio e reti di edifici;
    • comunità.

Si parte, dunque, dalla Smart Home, una casa di ultima generazione, altamente efficiente dal punto di vista energetico con al suo interno un “energy box”, ovvero un dispositivo che integra diversi sensori, inseriti nelle diverse stanze, e consentono di facilitare la gestione dell’abitazione stessa. Grazie all’energy box è possibile gestire la casa da remoto monitorando, in ogni istante, gli andamenti ed i consumi energetici della stessa. Tramite un sistema informatico è possibile, per i proprietari dell’abitazione e per una eventuale Energy Service Company che ne gestisce i consumi, visualizzare i grafici di ogni sensore tramite app e servizi aggiuntivi). I dati che l’energy box raccoglie vengono condivisi in un apposito cloud che funziona come aggregatore.

Nella seconda fase i dati raccolti dagli energy box delle singole abitazioni vengono organizzati e raggruppati in big data che consentono analisi, elaborazioni, sincronizzazione e possibilità di effettuare diagnosi da remoto, nonché di organizzare la manutenzione predittiva o di intervenire in tempi brevissimi in caso di guasti.

Un utente aggregatore può, quindi, vedere tutti i dati aggregati delle smart home da monitorare attraverso un’apposita interfaccia grafica. Anche gli utenti delle singole abitazioni possono visualizzare i dati della loro abitazione ed addirittura confrontarli con i dati di consumo di altre abitazioni simili che fanno parte dello stesso edificio/sistema. L’utente aggregatore, infine, può trasmettere le informazioni di tutti gli edifici connessi alla comunità energetica.

La comunità energetica, a questo punto, può condividere l’energia e risalire a tutte le informazioni utili per una gestione efficiente ed efficace.

Come creare una comunità energetica: la centralità dei big data

La governance della comunità energetica e la figura del facilitatore di comunità energetica

Tutti i membri della comunità energetica, che hanno come fine la sostenibilità energetica della comunità stessa, possono fare leva sulle istituzioni locali affinché adottino soluzioni energetiche sostenibili per tutto il territorio. Possono indicare anche le nuove tecnologie adottate nelle strutture residenziali al fine di promuoverne l’adozione in tutto il quartiere.

Per raggiungere questi obiettivi le comunità energetiche possono avvalersi dell’aiuto di una nuova figura professionale, il facilitatore di comunità energetica, che ha proprio il compito di co-progettare la governance della comunità assieme ai cittadini portatori di interesse.

come creare una comunita energetica governance sostenibile

I vantaggi della comunità energetica

Chiudiamo questa prima panoramica sulle comunità energetiche ricordando che le stesse si ispirano agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e del Green New Deal dell’Unione Europea.

I vantaggi che le comunità energetiche producono sono numerosi e contribuiscono proprio alla realizzazione degli obiettivi stabiliti dalle organizzazioni nazionali ed internazionali in fatto di lotta al cambiamento climatico, sostenibilità, lotta alla povertà. Elenchiamo di seguito i vantaggi principali:

    • risparmio economico e benefici ambientali quali:
      • risparmio in bolletta sulle componenti variabili della stessa;
      • valorizzazione dell’energia autoprodotta grazie al riconoscimento di un guadagno;
      • agevolazioni fiscali (50% detrazioni fiscali per le persone fisiche, 130% superammortamento per le persone giuridiche);
      • riduzione degli impatti ambientali degli edifici;
    • contrasto alla povertà energetica:
      • si stima che in Italia 4milioni di persone, nel 2018, non abbiano potuto acquistare l’energia minima per alimentare gli impianti delle abitazioni, perciò, accedere ad una comunità energetica consentirebbe a queste persone di accedere all’energia a prezzi di molto inferiori a quelli del mercato libero;
    • risparmio energetico ossia riduzione dei consumi energetici:
      • con interventi gestionali da parte dell’utente attraverso sistemi di building automation;
      • con interventi di tipo impiantistico che introducono tecnologie più performanti;
    • maggior diffusione dell’economia collaborativa (sharing economy) con condivisione di beni e servizi, collaborazione tra cittadini, scambio.
come creare una comunità energetica: i vantaggi

Conclusioni sulla comunità energetica rinnovabile

La comunità energetica rende l’accesso ai beni ed ai servizi prioritario rispetto al possesso degli stessi. Grazie alla volontà dei singoli cittadini che possono unirsi per soddisfare uno specifico bisogno, a piattaforme di collaborazione per la gestione dell’energia, ed alla possibilità stessa di condividere l’energia si creeranno buone pratiche e casi studio replicabili che consentiranno di ottenere benefici ad ogni livello di organizzazione amministrativa.

Il ruolo di Edilvi come ESCo nella comunità energetica

Edilvi, in quanto ESCo, non può diventare socia della comunità energetica. Il suo ruolo, come quello delle altre ESCo, è, tuttavia, quello di appoggiare la comunità energetica come soggetto responsabile tecnologico ovvero come soggetto competente che può fornire servizi legati alle energie rinnovabili, alle nuove tecnologie da installare nelle abitazioni (esempio la building automation), alla realizzazione di smart home, alla promozione dell’autoconsumo, dell’autoconsumo collettivo e della fornitura di software dedicati per la gestione energetica.

Per saperne di più sui servizi che possiamo offrire alla comunità energetica scrivici tramite il form che trovi qui sotto!

Comunità energetiche rinnovabili come funziona la normativa italiana in materia

Comunita energetiche rinnovabili persone con stessi obiettivi sociali
Comunita energetiche rinnovabili persone con stessi obiettivi sociali

Comunità energetiche rinnovabili come funziona la normativa italiana in materia

La scorsa settimana abbiamo spiegato che cos’è una comunità energetica, quante tipologie ne esistono, e perché la comunità energetica sarà il futuro della transizione energetica ed ecologica. Riprendendo molto in breve quanto abbiamo già riportato nel precedente articolo sappiamo che la comunità energetica, in Italia, è stata regolamentata dall’art. 42 del Decreto Milleproroghe convertito in Legge n. 8/2020.

Comunita energetiche rinnovabili: impianto fotovoltaico

Che cosa prevede l’art. 42 del Decreto Milleproroghe?

L’art. 42, innanzitutto, stabilisce la definizione di autoconsumo collettivo. L’autoconsumo collettivo è praticabile da una pluralità di consumatori di energia all’interno di un edificio in cui sono presenti uno o più impianti alimentati esclusivamente con fonti energetiche rinnovabili. Questi impianti sono di proprietà dei proprietari dell’edificio e possono arrivare fino a massimo 200kw di potenza installata.

I proprietari degli impianti e produttori di energia, prosumer, nonché i consumatori che fanno parte dello stesso edificio possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti o forme di autoconsumo virtuale per condividere l’energia prodotta dagli impianti. L’autoconsumo energetico può essere gestito in autonomia da un singolo condominio e/o edificio.

La comunità energetica, che dev’essere per forza un soggetto giuridico (sotto forma di onlus o associazione in quanto attività non a fine di lucro), assorbe, in una fase successiva, l’autoconsumo collettivo e consente ai condomini di associarsi alla comunità energetica.

La comunità energetica è formata da consumatori che si trovano nella stessa rete elettrica a bassa tensione collegata alla medesima cabina di trasformazione di media/bassa tensione.

Comunita energetiche rinnovabili: incentivi e risparmio

Sono previsti incentivi per la comunità energetica e l’autoconsumo collettivo?

Si. L’installazione di un impianto fotovoltaico, per esempio, rientra tra gli incentivi previsti dall’Ecobonus e dal Superbonus 110% fino ad un massimo di 20kw installati. L’energia prodotta da questi 20kw va ceduta al GSE – Gestore dei Servizi Energetici. In questo caso il riferimento normativo è il Decreto Rilancio.

Tornando al Decreto Milleproroghe, il Governo ha previsto per ogni impianto installato dopo il 01 marzo 2020 una tariffa incentivo (cumulabile con le detrazioni fiscali appena indicate) che riconosce:

    • 100€/MWh per l’autoconsumo collettivo che avviene nello stesso edificio o condominio;
    • 110€/MWh per l’energia residua che non viene consumata con l’autoconsumo e viene condivisa tramite la CER, ossia la comunità energetica che viene costituita tra prosumer e consumatori che appartengono alla stessa cabina elettrica di media/bassa tensione
    • 10€/MWh di restituzione sulle voci in bolletta per l’autoconsumo collettivo;
    • 8€/MWh di restituzione sulle voci in bolletta per l’energia condivisa tramite la comunità energetica;
    • 50€/MWh di remunerazione per l’energia immessa in rete dalla comunità energetica

per una somma di benefici pari a circa 150-160€/MWh.

comunita energetiche rinnovabili: batterie di accumulo energetico

Come superare la non programmabilità delle fonti rinnovabili

L’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, essendo dipendente dalla presenza o meno della luce solare, è soggetta a non programmabilità. Cosa significa non programmabilità?

Significa che l’energia viene prodotta solamente durante le ore di luce e nelle giornate in cui il sole fa capolino. Di notte, gli impianti fotovoltaici non producono energia, e nelle giornate in cui le nuvole coprono il sole viene prodotta meno energia (sebbene gli impianti di ultima generazione siano in grado di ricavare lo stesso energia solare). Succede, quindi, che la produzione di energia elettrica tramite gli impianti fotovoltaici sia intermittente e soggetta a casualità. Si rende necessario accumulare l’energia che viene prodotta in più durante le ore di luce, e non consumata, in apposite batterie di accumulo energetico. Grazie alle batterie di accumulo l’energia viene immagazzinata e può essere recuperata per i momenti in cui l’impianto fotovoltaico non produce direttamente energia.

Proprio attraverso le batterie di accumulo si riesce a superare la non programmabilità. Le batterie, infatti, consentono di stabilizzare l’energia che viene prodotta e consumata dai singoli edifici, senza disperdere energia inutilmente nelle ore in cui c’è una grande produzione data dalla presenza del sole e riutilizzandole principalmente di notte o nelle ore in cui c’è meno luce.

La stabilizzazione dell’energia negli edifici consente, inoltre, di stabilizzare l’energia immessa nella comunità energetica e nel mercato dell’energia stessa evitando così sprechi.

Anche le batterie di accumulo energetico sono comprese negli incentivi fiscali come il Superbonus 110%.

comunita energetiche rinnovabili servizi edilvi

Anche Edilvi verso la comunità energetica

In vista della diffusione delle comunità energetiche tutte le abitazioni di nuova costruzione e gli edifici privati e pubblici di cui curiamo la riqualificazione vengono dotati di impianto fotovoltaico con batteria di accumulo energetico, oltre che di impianti di building automation per la gestione da remoto dell’energia e la sensibilizzazione, attraverso appositi alert, di comportamenti utili a promuovere comportamenti efficienti delle singole persone.

Le abitazioni di Edilvi, dunque, sono già in grado di produrre autonomamente energia, di stoccarla nella batteria di accumulo energetico (che va a sopperire la produzione di energia mancante nelle ore notturne riducendo quindi il ricorso all’utilizzo di energia proveniente del mercato libero) e, in un prossimo futuro, potranno essere un importante stimolo per avviare, in ogni singolo quartiere, comunità energetiche efficienti che abbasseranno l’impatto dell’energia proveniente da fonti non rinnovabili, la produzione di CO2 e contribuiranno a ridurre le persone che si trovano in situazioni di povertà energetica.

Edilvi, in quanto ESCo – Energy Service Company, non potrà esser socia della comunità energetica ed il ruolo che potrà assumere sarà, dunque, quello di soggetto responsabile tecnologico per la fornitura di servizi specifici quali:

    • l’erogazione di servizi relativi all’energia da fonti rinnovabili;
    • l’installazione di sistemi di building automation per i soci della comunità;
    • la realizzazione di smart home;
    • la promozione dell’autoconsumo individuale per ogni singolo edificio;
    • la promozione dell’autoconsumo collettivo nei condomini;
    • la messa a disposizione di specifici software per la creazione della comunità energetica e la gestione dell’energia.

Per saperne di più sulla comunità energetica rinnovabile e sui servizi che Edilvi può mettere a disposizione della stessa contattaci tramite il form qui sotto!

Cos’è una comunità energetica? Nuovi modelli di Green Economy e transizione energetica

Cos'è una comunità energetica
Cos'è una comunità energetica

Cos’è una comunità energetica? Nuovi modelli di Green Economy e transizione energetica

In questo particolare periodo storico stiamo assistendo ad un’anomala crescita dei prezzi delle materie prime che ha portato ad ottobre 2021 ad un rincaro di circa il 10% dei costi in bolletta (al netto delle misure introdotte dal Governo per mitigare i balzi dei prezzi delle materie prime, in particolare del gas metano).

Per i cittadini, quindi, i costi diventano più difficili da sostenere. Tuttavia, oggi è possibile iniziare a pensare a soluzioni strategiche che nel lungo periodo consentiranno di ridurre i consumi, ottenere benefici in termini di servizi, e combattere le situazioni di povertà energetica (solo in Italia, nel 2018, si stimano 4 milioni di cittadini in situazioni di povertà energetica che non riescono ad acquistare l’energia minima per riscaldarsi o illuminare le abitazioni – fonte dati ENEA).

Stiamo parlando della comunità energetica e dell’autoconsumo collettivo, due possibilità introdotte dalla Direttiva UE 2018/2021, dalla Direttiva UE 2019/944 e dall’art. 42 bis del Decreto Milleproroghe Legge n.8/2020.

Comunità energetica: persone che condividono gli stessi obiettivi

La comunità energetica ed il ruolo centrale del cittadino per la sostenibilità: il prosumer

Comunità energetica ed autoconsumo collettivo sono due dei punti cardine della transizione energetica e della green economy. Il principio base che anima la comunità energetica e l’autoconsumo collettivo è la volontà delle persone di mettere in comune l’energia autoprodotta derivante da fonti energetiche rinnovabili, come ad esempio gli impianti fotovoltaici.

Troviamo esempi di prime comunità energetiche in Italia in piccoli paesini delle Alpi che, a fine ’800 iniziarono ad autoprodurre l’energia per sostentare il paesino attraverso sistemi di centrali idroelettriche.

Oggi, la comunità energetica nasce da un insieme di cittadini che si riuniscono per acquistare rilevanza nel settore energetico attraverso azioni dirette e partecipate al fine di rendere la società in cui viviamo, più sostenibile. Ad animare una comunità energetica, infatti, è sempre il fine sociale e non economico.

Il cittadino, in questi casi, non è più solo un consumatore ma diventa un attore diretto per la creazione e lo scambio di energia da fonti rinnovabili. Si parla di prosumer: produttore e consumatore di energia, allo stesso tempo.

Comunità energetica: gli impianti fotovoltaici

Cosa fa un prosumer e perché è centrale nella formazione della comunità energetica?

Il cittadino prosumer si differenzia dalle altre figure presenti nel mercato dell’energia in quanto partecipa direttamente alle diverse fasi del processo produttivo dell’energia:

    • Possiede un impianto di produzione di energia, come, ad esempio, un impianto fotovoltaico;
    • Consuma una parte di energia che produce;
    • Immette la quota che non consuma in rete, a consumatori fisicamente vicini, oppure la immagazzina in un serbatoio di accumulo energetico per poi rilasciarla alle unità di consumo nel momento più opportuno (per lo scambio energetico tra prosumer e consumatori è necessario che gli stessi si trovino sotto la medesima cabina di trasformazione di media/bassa tensione).

Quando sono presenti più prosumer o più consumatori in un edificio dotato di impianti alimentati esclusivamente con fonti energetiche rinnovabili parliamo di autoconsumo collettivo.

L’autoconsumo collettivo consiste, quindi, nel consumare nelle vicinanze del punto di produzione dell’energia l’energia stessa.

Con la diffusione degli impianti fotovoltaici, il principio dell’autoconsumo (prima individuale e poi collettivo) sta sempre più prendendo piede tanto che più impianti vicini consentono di mettere in comune produzione e consumo di energia all’interno di quartieri o di distretti produttivi. La possibilità di produrre e consumare energia nel medesimo territorio ha portato alla nascita delle comunità energetiche.

Comunità energetica: edifici produttori di energia

Il passaggio successivo: la nascita della comunità energetica.

Più utenti dello stesso territorio che:

    • Condividono l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti;
    • Condividono l’obiettivo di fornire energia ai membri della propria comunità a prezzi più accessibili rispetto a quelli del mercato libero;
    • E che decidono di aderire volontariamente ad un contratto;

formano una comunità energetica.

La comunità energetica, secondo la regolamentazione data dall’Unione Europea e dal Decreto Milleproroghe, è un soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria dei cittadini. Avendo come scopo ultimo il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i propri soci e per il territorio in cui opera (e non il profitto) si deve configurare come una associazione NO PROFIT.

Di fatto la comunità energetica è una forma di governance locale a responsabilità diretta formata da:

    • Cittadini,
    • Imprenditori,
    • Associazioni,

che condividono:

    • Principi,
    • Regole,
    • Procedure,
    • Risorse,

al fine di raggiungere l’autogestione energetica e la remunerazione dell’energia prodotta in più e reimmessa in rete, per il benessere collettivo (risorse condivise, sharing resources).

Alle comunità energetiche non possono partecipare, come soci, né le società del settore energetico né le ESCo. ESCo e aziende del settore energetico, tuttavia, possono dare servizi di fornitura e di infrastruttura.

Esistono due tipi di comunità energetiche: le CER e le CEC.

Le CER si caratterizzano per l’autonomia dei membri, per la prossimità con gli impianti di generazione, per la possibilità di gestire più forme di energia se generate da fonti rinnovabili (elettricità, calore e gas).

Le CEC, invece, non prevedono l’autonomia dei membri, la prossimità con gli impianti di generazione e possono gestire solo l’elettricità, prodotta da fonte rinnovabile e fossile.

I prosumer ed i consumatori delle comunità energetiche possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti ed anche forme di autoconsumo virtuale.

Andremo a vedere nello specifico come si configura una comunità energetica in un ulteriore articolo che pubblicheremo nelle prossime settimane.

Noi di Edilvi riteniamo che la comunità energetica sia il futuro nel campo della green economy, della riqualificazione degli edifici esistenti (sia privati che pubblici) e delle costruzioni innovative.

Ti invitiamo, quindi, a continuare a seguirci se sei interessato ad approfondire l’argomento.

Cos’è il general contractor, cosa fa e come scegliere quello che più fa al caso tuo

General contractor: cos'è e cosa fa
General contractor: cos'è e cosa fa

Cos’è il general contractor, cosa fa e come scegliere quello che più fa al caso tuo

Con l’avvento del Superbonus 110 e dell’introduzione dei contratti EPC nel sistema del Parternariato Pubblico Privato si sente sempre più spesso parlare di general contractor. Ma cosa è il general contractor e cosa fa? Oggi spieghiamo nel dettaglio e nel modo più semplice possibile cosa è questa figura, di cosa si occupa e quali sono i parametri di cui tener conto per scegliere un general contractor all’altezza della riqualificazione che devi effettuare.

Cos’è il general contractor?

Innanzitutto, partiamo dalla traduzione: general contractor significa contraente generale.

Il general contractor è un’azienda o un privato a cui, chi deve effettuare dei lavori di riqualificazione (il contraente, che può essere sia un privato che un ente pubblico), si affida per dare in appalto la gestione di tutta la realizzazione dell’intervento di efficientamento su un edificio esistente. Semplificando, il general contractor è un partner a cui il cliente dà in mano tutta la gestione della riqualificazione di un edificio.

Spesso il general contractor nasce come impresa edile e come energy service company. L’esperienza di impresa edile e di energy service company (ESCo), infatti, portano in sé un bagaglio di competenze fondamentali per un buon general contractor:

    • gestione di cantiere,
    • progettazione,
    • amministrazione contabile dei lavori,
    • esperienza nelle pratiche di diagnosi energetica,
    • rapporto con gli enti di riferimento per le pratiche burocratiche,
    • gestione di tutte le figure professionali e delle maestranze che ruotano attorno agli interventi di riqualificazione.

Cosa fa il general contractor?

Di fatto il general contractor si occupa della gestione di una riqualificazione in tutti i suoi processi:

    • Progettazione (capitolato lavori, elaborati, relazioni, computi metrici, cronoprogramma);
    • cantiere e realizzazione lavori;
    • gestione dei fornitori e dei collaboratori di cantiere;
    • cessione del credito e sconto in fattura;
    • realizzazione della diagnosi energetica, della Legge 10, delle APE di inizio e fine lavori, dell’asseverazione del rischio sismico;
    • realizzazione e gestione di tutte le pratiche burocratiche da presentare all’Agenzia delle Entrate e agli Enti Pubblici da coinvolgere.

In buona sostanza, il general contractor si occupa, per il suo cliente, di coordinare tutte le figure che ruotano attorno ad una riqualificazione:

    • collaboratori di cantiere,
    • professionisti tecnici (progettisti, termotecnici, strutturisti, direttore dei lavori, coordinatore della sicurezza),
    • commercialista,
    • maestranze,
    • operai.

Il general contractor, inoltre, ha la responsabilità di gestire il budget dedicato alla riqualificazione e di assicurarsi che tutte le fasi, dalla progettazione alla chiusura del cantiere fino all’espletamento delle pratiche burocratiche, siano eseguite nei tempi prestabiliti con il cliente e nel rispetto delle tempistiche date dalle normative.

Il compito di un general contractor, dunque, è un compito di grande responsabilità ma che consente al cliente di essere sollevato da gran parte delle incombenze che di solito si generano quando si intraprende un percorso di riqualificazione di un edificio, singola unità immobiliare, condominio o edificio pubblico.

Come scegliere un general contractor?

Qualche spunto lo abbiamo già dato più sopra, tuttavia ti proponiamo un elenco di elementi da valutare per scegliere il tuo general contractor di riferimento:

    • deve avere una consolidata esperienza nell’edilizia;
    • meglio ancora se ha una buona esperienza nel settore dell’efficientamento energetico;
    • deve essere strutturato anche per affrontare la parte strutturale ed antisismica;
    • deve assicurarti di avere collaborazioni consolidate sia per la gestione delle maestranze di cantiere che per la gestione dei professionisti;
    • guarda anche ai metodi di progettazione che utilizza: l’utilizzo del metodo BIM e della modellazione 3D dei progetti è sicuramente un plus da tenere in considerazione;
    • controlla e chiedi se ha già esperienze consolidate come unico referente nella costruzione e/o riqualificazione degli edifici;
    • chiedi se è in possesso di  certificazioni e, se si, quali;
    • controlla da quanti anni è sul mercato l’azienda e/o il professionista di riferimento che si propongono come contraente generale;
    • chiedi una spiegazione dettagliata su come gestisce le pratiche edilizie e burocratiche;
    • valuta la chiarezza delle spiegazioni che ti fornisce, e delle risposte alle domande ed ai dubbi che poni.

L’esperienza di Edilvi come general contractor a Treviso

Diventare un general contractor, per la nostra azienda, è stato uno sbocco naturale derivato da tutte le esperienze maturate dal 1984, anno di fondazione, in poi.

Abbiamo dapprima lavorato su grandi commesse, in particolare nel settore residenziale privato ma anche nel settore pubblico, successivamente abbiamo effettuato riqualificazioni di grandi edifici e dal 2011 siamo diventati una ESCo che si occupa di efficientamento energetico.

Negli anni, inoltre, abbiamo acquisito diverse certificazioni e premi:

    • UNI EN ISO 9001:2015;
    • UNI CEI 11352:2014;
    • Attestazioni Bentley SOA per l’esecuzione di lavori pubblici;
    • Rating di Legalità;
    • Premio EESA 2017 (European Energy Service Award) come miglior ESCo dell’anno.

Negli ultimi 10 anni, dopo aver riposizionato l’azienda nel settore delle costruzioni nZEB e delle riqualificazioni di edifici pubblici abbiamo brevettato un nostro metodo costruttivo che si basa, lato gestione, proprio sul principio di unico referente: il cliente viene seguito in toto dall’azienda e non deve occuparsi né della parte burocratica né dell’individuare da solo altri professionisti, artigiani e fornitori. Forniamo, infatti, un pacchetto chiavi in mano.

Il principio dell’unico referente viene applicato a tutte le abitazioni di nuova costruzione dal 2014. In parallelo, l’attività di ESCo ci ha consentito di avviare come unico referente importanti riqualificazioni di edifici pubblici.

Pertanto, con l’aggiornamento normativo dei bonus fiscali come ecobonus, sismabonus, superbonus 110, l’introduzione della cessione del credito e dello sconto in fattura, l’inserimento dei contratti EPC nel Parternariato Pubblico Privato abbiamo traslato le nostre competenze e le qualità di unico referente diventando dei veri e propri general contractor che operano in provincia di Treviso.

Nel rivolgerti a noi, troverai, dunque, un partner che ti accompagna in tutte le fasi della riqualificazione del tuo edificio, che sia una singola unità immobiliare, un condominio, una scuola o un edificio pubblico di altra tipologia. Ti solleviamo dalle incombenze e ti diamo un prodotto finito, chiavi in mano senza che tu debba preoccuparti di nulla.

Se vuoi saperne di più su come lavoriamo, sui nostri servizi e devi riqualificare un edificio non ti resta che compilare il form qui sotto e contattarci!

La storia di Edilvi: da azienda edile tradizionale alla transizione edilizia 4.0

Transizione edilizia 4.0 la storia di Edilvi
Transizione edilizia 4.0 la storia di Edilvi

La storia di Edilvi: dall’azienda edile tradizionale fino alla transizione edilizia 4.0

Potremmo tranquillamente aprire il nostro articolo con il classico “c’era una volta Edilvi, impresa di costruzioni”. Cantieri, gru, operai, grandi costruzioni. Un’impresa edile tradizionale ma con un occhio sempre rivolto all’efficienza energetica ed alle innovazioni di settore. Tutto filava liscio, fino all’arrivo dell’era del web e della grande crisi immobiliare del 2008-2009.

Queste due “minacce esterne” hanno letteralmente sconvolto il mercato dell’edilizia e dell’immobiliare cambiandone completamente il volto. Sappiamo già cosa è accaduto a tante aziende del settore: sofferenze, licenziamenti, fallimenti. Diciamocelo, il periodo è stato duro.

Tuttavia, come abbiamo imparato anche di recente, dietro alle grandi crisi possono nascondersi grandi opportunità. La crisi porta al cambiamento. Si, suona come una frase fatta. Ma nel nostro caso è andata proprio così. E qui sotto vi raccontiamo la storia dei nostri ultimi dieci anni.

Transizione edilizia 4.0: crisi come opportunità di innovazione

La nostra strada: la transizione edilizia dal 2011 al 2014

La crisi edilizia ci ha portato a riflettere in modo profondo per capire se il nostro modello di business fosse ancora sostenibile oppure se, nonostante le difficoltà del mercato, ci fossero nuove opportunità sulle quali concentrarsi. Il 2010 ed il 2011 sono gli anni in cui timidamente si inizia a parlare di ambiente, di obiettivi climatici ed energetici, di edifici ad energia quasi zero. Gli anni in cui nasce il contratto EPC e in Italia aprono le prime ESCo – Energy Service Company.

Nel 2011 abbiamo aperto la Divisione ESCo ed abbiamo iniziato, dopo aver ottenuto la Certificazione UNI CEI 11352, ad occuparci di riqualificazioni di edifici pubblici e di contratti EPC. Oltre all’apertura di questo nuovo ramo aziendale abbiamo deciso di cogliere la sfida degli edifici nZEB, la quale ci ha portato a contatto con gli ambienti universitari grazie ai quali abbiamo sviluppato il nostro brevetto costruttivo Casa Smart Plus nel 2014. Un sistema involucro-impianti che rende le nostre abitazioni, case estremamente performanti sia dal punto di vista energetico che antisismico.

Il passaggio a PMI innovativa, nello stesso anno del brevetto Casa Smart Plus, è stato un passaggio pressoché naturale.

Sempre nel 2014 abbiamo costruito la prima abitazione nZEB, ad energia quasi zero, in anticipo sul Decreto Requisiti Minimi del 2015 che ha imposto l’obbligo di costruzione di edifici nZEB a partire dal 2019 per gli edifici pubblici e dal 2021 per gli edifici privati.

Transizione edilizia 4.0: la prima Casa Smart Plus nel 2014

Dal 2014 al 2019: il passaggio graduale alla digitalizzazione degli uffici e le prime attività di gestione da remoto degli edifici

Il brevetto costruttivo per le abitazioni, l’avvento del Conto Termico 2.0 e la stipulazione dei primi contratti EPC hanno portato alla necessità di introdurre in azienda un approccio sistemico che comprendesse tutti i processi di costruzione e riqualificazione dell’edificio fino alla sua completa gestione energetica. Dalla progettazione in 2D siamo così passati al metodo BIM con progettazione in 3D e processi via via più avanzati di contabilizzazione del cantiere, di integrazione tra aspetti architettonici, strutturali ed impiantistici.

Ciò ha reso necessario, negli anni, un aggiornamento costante dei software di lavoro dell’ufficio tecnico ed un potenziamento della rete interna aziendale lato software e lato hardware. I vecchi pc ed i vecchi server sono stati sostituiti con macchine più recenti e performanti.

La collaborazione con il mondo universitario, inoltre, è diventata costante. Giovani talenti della progettazione, dell’informatica, dell’economia gestionale, degli aspetti legali aziendali sono stati inseriti in azienda con il tutoraggio dei docenti universitari e con le figure più esperte all’interno dell’azienda stessa. Ciò ci ha permesso di studiare nuove soluzioni costruttive integrando l’efficienza energetica con il miglioramento sismico, la building automation, la fibra ottica (FTTH) arrivando ad esplorare le prime soluzioni IoT da inserire all’interno degli edifici.

La realizzazione dei primi interventi di riqualificazione con contratti EPC avvenuta nel 2017-2018 ha reso necessario anche un aumento di banda nella connessione aziendale per poter gestire, attraverso un’app progettata ad hoc dai nostri informatici, il controllo da remoto della gestione energetica degli edifici riqualificati. Attraverso una scheda telefonica ed una linea VPN abbiamo iniziato a raccogliere ed elaborare i primi dati provenienti dagli edifici riqualificati approcciandoci in contemporanea al mondo del facility management e dei big data. Dati che, a loro volta, hanno reso necessario incrementare la cyber security per garantirne la protezione.

Una trasformazione ed un riposizionamento sul mercato di questa entità hanno cambiato anche il nostro approccio al marketing e nel 2016 il nostro vecchio sito ha lasciato posto prima a due siti, dedicati uno a Casa Smart Plus ed uno alla ESCo, e nel 2019 ad un sito completamente rinnovato, responsive (che si adatta ai diversi device dai quali gli utenti navigano), con contenuti realizzati in ottica SEO per rispondere ai bisogni dei clienti.

Oltre al sito, abbiamo curato la nostra presenza online attraverso i social network con un approccio sempre più vicino al possibile cliente, nonché creato delle applicazioni online che consentono di richiedere (ed ottenere, nel caso delle abitazioni di nuova costruzione) un preventivo in pochi minuti. Ciò ci ha consentito di raccogliere in modo strutturato le richieste dei nostri possibili clienti. Infine, abbiamo coltivato la presenza nel territorio attraverso la partecipazione a convegni, fiere ed eventi locali.

Negli anni, per agevolare i tecnici che si occupano di ricerca universitaria, oltre che di progettazione in azienda, abbiamo attivato delle linee VPN per consentire loro di lavorare, alcuni giorni la settimana, in remote working e smart working.

Transizione edilizia 4.0: la palestra di Crocetta del Montello

2020: ingraniamo la quarta!

A fine 2019 inizio 2020 stavamo lavorando su alcune nuove applicazioni con l’obbiettivo di migliorare l’assistenza al cliente, la gestione delle ore di lavoro e la gestione dei cantieri. Potremmo continuare con “e tutto procedeva al meglio quando infine arrivò la pandemia a bloccarci”. Certo un primo disorientamento ha colpito anche noi, ma come ormai nostra consuetudine, abbiamo cercato di cogliere le opportunità nella crisi.

Dopo alcuni giorni di stop siamo stati in grado di attivare, per tutti i tecnici e gli impiegati, lo smart working garantendo così la continuità nella progettazione, nelle strategie di marketing, nella gestione e nell’amministrazione. Durante il lockdown abbiamo utilizzato la videoconferenza per presentare i progetti, abbiamo partecipato a corsi di formazione, ci siamo connessi tutti i giorni da casa ai nostri pc aziendali.

Subito ci siamo resi conto che il processo di digitalizzazione e innovazione, che stavamo conducendo già prima della pandemia, andava ulteriormente potenziato. Poco dopo il rientro in azienda ed il riavvio dei cantieri, nel rispetto delle normative anticovid, abbiamo:

    • mantenuto la possibilità, per i lavoratori che vogliono usufruirne, di alternare smart working e lavoro in ufficio per qualche giorno a settimana;
    • avviato nuove ricerche sulla sanificazione dell’aria negli ambienti chiusi;
    • cambiato i nostri paradigmi di progettazione inserendo in ogni casa una stanza in più da adibire a studio o palestra;
    • riqualificato un secondo edificio, in Toscana nell’estate 2020, integrando la contabilizzazione da remoto dei consumi e la manutenzione predittiva;
    • acquistato nuove attrezzature da cantiere come, ad esempio, una gru con radiocomando e un escavatore gestito da remoto (Transizione 4.0);
    • sviluppato e potenziato ulteriormente l’app dedicata ai contratti EPC per la raccolta dei dati energetici provenienti dagli impianti degli edifici connessi da remoto;
    • sviluppato e aggiornato costantemente le tre app di preventivazione (nuove abitazioni, riqualificazione singole unità immobiliari, riqualificazione condomini);
    • sviluppato un’app che consente ai clienti di aprire appositi ticket e richieste di manutenzione in caso di malfunzionamento degli impianti con possibilità di aggiornare lo stato di lavorazione della richiesta di assistenza;
    • avviato la contabilizzazione da remoto degli impianti di 3 abitazioni private costruite nel corso del 2020;
    • dato supporto costante alla gestione degli impianti con contabilizzazione da remoto esistente;
    • avviato, nel 2021, la riqualificazione del Municipio di Seravezza in provincia di Lucca che vede affiancare all’efficientamento energetico anche il miglioramento sismico;
    • riqualificato abitazioni nel trevigiano grazie al Superbonus 110 in particolare con sistema di demolizione e ricostruzione;
    • organizzato una conferenza di presentazione di un intervento di demolizione e ricostruzione realizzato con il Superbonus 110 coniugando l’evento in presenza con la video trasmissione live via Facebook dello stesso.

L’innovazione in azienda continuerà anche nei prossimi mesi. Vi racconteremo passo passo, attraverso le pagine del nostro blog aziendale, le nuove iniziative che introdurremo durante il processo di Transizione edilizia 4.0.

Nuove frontiere per l’edilizia: il Piano Nazionale Transizione 4.0

Nuove frontiere per l'edilizia: il Piano Nazionale Transizione 4.0
Nuove frontiere per l'edilizia: il Piano Nazionale Transizione 4.0

Nuove frontiere per l’edilizia: il Piano Nazionale Transizione 4.0

Il Piano Nazionale Transizione 4.0, che ha sostituito il precedente Industria 4.0 istituito dal MISE nel 2016, ha introdotto importanti novità nella digitalizzazione e nell’innovazione delle aziende, in particolare delle aziende edili. La transizione edilizia si inserisce in un momento di particolare fermento per il settore dato dall’approvazione, a maggio 2020, del Superbonus 110.

Transizione 4.0 edilizia cantiere superbonus 110

Un quadro rapido della situazione attuale in edilizia

Il nostro settore, particolarmente colpito dalle crisi del 2008 e del 2012, nonché rallentato lo scorso anno a causa del lockdown, vive ora una fase di ripresa che, tuttavia, pone davanti ad ogni azienda delle nuove sfide che coinvolgono tutti i processi aziendali: dalla progettazione all’amministrazione di cantiere e generale, dalla gestione di cantiere al controllo dei consumi degli edifici a lavori conclusi, da una maggior attenzione al settore comunicazione e marketing alla sicurezza dei sistemi informatici aziendali, dalle strategie commerciali alla gestione delle pratiche burocratiche.

Pensare di operare come dieci o vent’anni fa non è più possibile. Bisogna investire, cambiare e cogliere le opportunità che questo periodo particolare ci offre. Il Piano Nazionale Transizione 4.0 ha come obiettivo quello di traghettare il settore industriale, edilizia compresa, verso un futuro che metta al centro la sostenibilità ambientale, il progresso tecnologico e l’ottimizzazione dei processi produttivi.

Cosa prevede il Piano Nazionale Transizione 4.0 per l’edilizia?

Il Piano Nazionale Transizione 4.0, approvato con la Legge di Bilancio 2021 (L. 178/2020) mette a disposizione delle aziende 24 miliardi di euro di benefici fiscali, di cui 750 milioni provenienti dal programma Next Generation EU, per il biennio 2021-2022, per l’acquisto o il leasing di beni strumentali volti a promuovere la trasformazione tecnologica e digitale. Le misure si applicano a partire da investimenti effettuati da novembre 2020 e fino a giugno 2023 (nel caso in cui l’azienda abbia provveduto al pagamento del 20% dell’importo di acquisto del bene entro il 31 dicembre 2022).

I due obiettivi principali del Piano sono la stimolazione degli investimenti e la conseguente riduzione della tassazione per le imprese.

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 è volto a tutte le imprese con residenza fiscale in Italia (di tutti i settori e tipologie merceologiche). I beni strumentali che possono beneficiare degli incentivi sono sia beni materiali che beni immateriali, e non solo.

I beni materiali e immateriali si suddividono in beni materiali 4.0 e immateriali 4.0 e beni materiali non 4.0 e beni immateriali non 4.0. Cambiano le aliquote per il credito d’imposta a seconda che siano o meno beni 4.0. Andiamo ora ad approfondire gli incentivi.

Transizione 4.0 edilizia: gli investimenti

Quali incentivi per l’edilizia 4.0?

Nei beni materiali 4.0 rientrano tutte le macchine utensili (aliquota credito d’imposta 50% per il 2021 e 40% per il 2022 per spese inferiori ai 2,5 milioni di euro; aliquota 30% per il 2021 e 20% per il 2022 per spese comprese tra i 2,5 ed i 10 milioni di euro; aliquota 10% per entrambi gli anni per spese comprese tra i 10 ed i 20 milioni di euro).

I beni materiali non 4.0 godono di un credito d’imposta del 10%, fruibile nell’anno in corso per la PMI, per il 2021 e di un credito d’imposta del 6% per l’anno 2022.

Nei beni immateriali 4.0 (credito d’imposta al 20% fino a 1 milione di euro di massimale) rientrano:

    • software;
    • sistemi tecnologici;
    • applicazioni;
    • piattaforme digitali;

che consentono di digitalizzare i processi aziendali.

Nel caso di investimenti in beni immateriali non 4.0 il credito d’imposta si ferma al 10% per l’anno 2021 (con possibilità di fruizione nell’anno in corso per le PMI) e scende al 6% nel 2022.

Rientrano poi negli incentivi per la transizione edilizia 4.0 anche attività quali:

    • investimenti in lavoro agile (credito d’imposta al 15%);
    • ricerca e sviluppo (credito d’imposta al 20% e massimale di 4 milioni di euro);
    • innovazione tecnologica (credito d’imposta al 10% e massimale di 2 milioni di euro);
    • innovazione green e digitale (credito d’imposta al 15% e massimale di 2 milioni di euro);
    • design e innovazione estetica (credito d’imposta al 10% e massimale di 2 milioni di euro).
    • formazione del personale aziendale e degli imprenditori (50% spese ammissibili per massimo 300mila euro per le micro e piccole imprese; 40% spese ammissibili per massimo 250mila euro per le medie imprese; 30% spese ammissibili per massimo 250mila euro per le grandi imprese).
Transizione 4.0 innovazione tecnologica

Come cambierà l’edilizia?

Sono tanti gli aspetti su cui le aziende edili dovranno lavorare:

    • la progettazione, in primis, che dovrà tenere sempre più conto di tecnologia, design e sostenibilità; il metodo BIM diventerà presto lo standard e chi già lo utilizza da tempo avrà un vantaggio competitivo di non poco conto rispetto a chi utilizza, invece, metodi tradizionali;
    • l’adozione di gestionali avanzati che contengano tutte le informazioni sugli edifici, sulle lavorazioni e sulla contabilità, consentendo così di monitorare costantemente i costi e di prevenire i rischi, di ottimizzare la gestione del lavoro e l’organizzazione delle attività in modo preciso, rispettando i tempi concordati e producendo così notevoli risparmi in termini temporali ed economici;
    • l’utilizzo di materiali e di impianti all’avanguardia nella costruzione degli edifici e nella contabilizzazione dei consumi post costruzione o post intervento di riqualificazione con la possibilità di attuare la programmazione predittiva della manutenzione ordinaria e straordinaria;
    • l’utilizzo della tecnologia digitale per la realizzazione della smart city e di comunità energetiche che condividono informazioni e scambi di energia in tempo reale abbattendo così i consumi, le dispersioni di sistema e le emissioni di anidride carbonica in atmosfera;
    • l’utilizzo di applicazioni e sistemi integrati per la gestione del cliente dalla fase di primo contatto con l’azienda fino al post vendita con particolare attenzione alle strategie di comunicazione e marketing;
    • l’introduzione di soluzioni di cyber security, cloud, integrazione dei big data raccolti dalla contabilizzazione energetica da remoto degli edifici, prototipazione rapida, realtà aumentata, realtà virtuale, robotica avanzata e collaborativa, stampa 3D, IoT ossia internet delle cose e dei macchinari;
    • formazione dei dipendenti su tutti questi nuovi strumenti, tecnologie ed opportunità in modo tale che vengano applicate in azienda, sotto la guida di Innovation Manager, figura centrale per la transizione edilizia;
    • rispetto delle normative anticovid e delle nuove norme in fatto di sicurezza dei cantieri, monitoraggio dei cantieri con videocamere con visione da remoto;
    • la digitalizzazione dei cantieri e la formazione delle maestranze nell’utilizzo di dispositivi di controllo da remoto dei macchinari, delle applicazioni di sorveglianza del cantiere, delle applicazioni di controllo presenze, controllo documentazioni ed approvvigionamento del cantiere con processi digitali di contatti e richieste ai fornitori;
    • elaborazione del Digital Twin, ossia la creazione del gemello digitale dell’edificio costruito ed esistente che, attraverso soluzioni di IoT, sopralluoghi costanti con droni, monitoraggio dei consumi da remoto, building automation, fibra FTTH, modello dell’edificio in BIM, consenta a tutti i soggetti coinvolti nella fase post intervento, il Facility Management, di monitorare, intervenire e gestire in tempo reale l’edificio ottimizzandone consumi, manutenzioni ed interventi correttivi.
Transizione 4.0 edilizia innovazione

Conclusioni sulla transizione edilizia 4.0

Le nuove normative introdotte (vedi ad esempio l’obbligatorietà del BIM nel settore pubblico o l’obbligatorietà della costruzione di edifici nZEB), il rapidissimo progresso tecnologico e dei materiali, lo sdoganamento dello smart working, dei sistemi di videoconferenza e di condivisione di documenti e dati stanno portando profonde trasformazioni nel mondo delle costruzioni. Questi cambiamenti vanno colti, pena l’esclusione dal mercato; ecco perché già da 10 anni la nostra azienda pone particolare attenzione all’innovazione, alla ricerca e sviluppo ed alla digitalizzazione dei processi aziendali.

Se siete curiosi di sapere come lavoriamo e quali innovazioni abbiamo introdotto negli ultimi anni continuate a seguire il nostro blog e le nostre pagine social. Nelle prossime settimane vi racconteremo la nostra evoluzione da costruttori tradizionali a PMI innovativa, svelandovi quali soluzioni abbiamo adottato dall’inizio della trasformazione fino ad oggi e il nostro sguardo verso il futuro. Stay tuned!

Municipio di Seravezza: a ritmo sostenuto i lavori di riqualificazione

Riqualificazione del municipio di Seravezza copertina
Riqualificazione del municipio di Seravezza copertina

Municipio di Seravezza: vanno a ritmo sostenuto i lavori di riqualificazione energetica e sismica

I lavori di riqualificazione energetica e sismica del Municipio di Seravezza (provincia di Lucca – Toscana) proseguono senza sosta dal 3 maggio scorso, giorno in cui i ragazzi del nostro Team Edilvi hanno dato il via al cantiere. Il cantiere vedrà i nostri operai specializzati operativi per 300 giorni. Al Comune di Seravezza verrà, poi, consegnato un edificio completamente rinnovato, confortevole e sicuro.

Si tratta, infatti, di un cantiere prestigioso che consentirà di rendere nZEB (edificio ad energia quasi zero) il Municipio comunale, abbattendo così i consumi energetici e le emissioni di CO2 in atmosfera. Inoltre, grazie ad innovative soluzioni strutturali, l’edificio verrà migliorato anche sotto il punto di vista antisismico.

Seravezza: i dati dell’intervento di riqualificazione del Municipio

L’intervento, realizzato tramite apposito contratto EPC (contratto di performance energetica), vale 1.986.042,78 reperiti tramite contributi statali e fondi del Comune. È stato progettato dai nostri tecnici in collaborazione con l’ing. Matteo Pierami di Lucca (che ha curato il progetto esecutivo) ed ha goduto del contributo di una ricercatrice di Padova che per tre anni ha lavorato sull’integrazione di interventi strutturali ed energetici.

La nostra squadra sta, infatti, applicando un “cappotto armato strutturale” che garantisce la riduzione dello scambio energetico tra ambienti interni ed esterni ed aumenta la tenuta della struttura in caso di sisma.
Ciò consente di ridurre i costi dell’intervento ed i giorni di lavoro garantendo, dunque, tempi di consegna più rapidi rispetto ad altri interventi di riqualificazione con metodi tradizionali. Un intervento, quello di Seravezza, che vede un’ulteriore svolta della nostra azienda verso l’innovazione in edilizia.

Gli interventi effettuati nel dettaglio

L’intervento di riqualificazione del Municipio di Seravezza, che ricordiamo diventerà un edificio ad energia quasi zero, prevede le seguenti opere:
• Applicazione di cappotto armato strutturale sulle pareti esterne;
Rinforzo strutturale di due pareti interne dalle fondazioni alla sotto copertura per renderle pareti portanti (sempre in ottica di miglioramento antisismico);
• Sostituzione dell’impianto di riscaldamento centralizzato esistente con impianto di climatizzazione invernale ed estiva con pompa di calore VRF;
• Sostituzione di tutti gli infissi esterni;
• Sostituzione dell’impianto di illuminazione esistente con nuovo impianto di illuminazione con luci a LED;
Rifacimento del tetto;
• Installazione di impianto fotovoltaico di 36,7kW di potenza sulla nuova copertura;
• Installazione di sistemi di telecontrollo di ultima generazione per il monitoraggio degli impianti e dei consumi.

Le innovazioni procedurali: dalla progettazione BIM al controllo dei consumi a distanza

La riqualificazione del Municipio di Seravezza, oltre alla sua importanza di per sé stessa come intervento, ha significato un ulteriore passo in avanti per l’azienda verso la digitalizzazione dei processi aziendali. In primo luogo, la progettazione di tutto l’intervento è stata portata avanti dal nostro ufficio tecnico utilizzando il metodo BIM dall’inizio alla fine di tutto il percorso propedeutico all’intervento.

Per la progettazione, avvenuta quasi per intero in 3D, sono stati utilizzati software avanzati quali Revit, MEP e Midas per le diverse parti architettonica, impiantistica e strutture, integrando calcoli energetici, strutturali ed elementi/famiglie BIM; consentendo di prevedere già in fase di progettazione definitiva ed esecutiva tutti i materiali necessari per il cantiere.

Inoltre, grazie agli ultimi ritrovati tecnologici in fatto di contabilizzazione dei consumi, l’azienda, attraverso un ulteriore collaborazione con l’Università, ha progettato un’applicazione proprietaria per la raccolta e l’elaborazione dei dati energetici da remoto. L’applicazione consente, infatti, ad intervento finito, di controllare i dati di consumo in tempo reale ed intervenire da remoto qualora dovessero verificarsi anomalie in loco. Da Villorba (provincia di Treviso) a Seravezza, in pochi secondi, le anomalie di sistema possono essere corrette e ripristinate nel loro funzionamento.

Infine, questo sistema di raccolta dei dati ci consente di programmare con date certe e ad interventi regolari le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, evitando così malfunzionamenti degli impianti ed interventi di sostituzione o riparazione tempestiva qualora ce ne dovesse essere la necessità.

Un’ulteriore app proprietaria destinata agli operatori edili attivi nell’intervento del Municipio di Seravezza consente di accedere facilmente alla rubrica dei fornitori, alla fruizione di tutti i documenti di progetto ed alle forniture in pochi secondi, razionalizzando, così, anche i tempi di gestione del cantiere stesso.

Le parole dell’Amministratore Delegato Diego Pavan

“L’intervento di Seravezza – spiega l’Amministratore Delegato – è un vero e proprio sogno che si avvera e che, grazie a tutti gli operatori coinvolti ed alla lungimiranza degli amministratori locali, ci ha permesso di lavorare integrando tutti i processi aziendali. Con questo intervento ci avviamo, in maniera sempre più rapida, verso la digitalizzazione e la razionalizzazione delle varie fasi di lavoro, la gestione innovativa del cantiere, l’ottimizzazione dei processi di facility management e di manutenzione predittiva. Adesso possiamo iniziare a parlare di vera e propria transizione edilizia 4.0”

Per saperne di più

Se sei un amministratore pubblico o un dirigente pubblico e ti interessa saperne di più su come sia possibile applicare i contratti EPC, in parternariato pubblico privato, ed ottenere gli incentivi del Conto Termico per riqualificare gli edifici pubblici di competenza del tuo Comune o dell’Ente di cui fai parte, contattaci per richiedere maggiori informazioni e scarica le nostre guide di approfondimento.

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la guida

Evento a Carbonera: Superbonus 110 demolizione e ricostruzione di una casa a Biban di Carbonera

Immagine di presentazione superbonus 110 evento 26 giugno 2021
Immagine di presentazione superbonus 110 evento 26 giugno 2021

Evento 26 giugno 2021 a Carbonera (TV): Superbonus 110 - Demolizione e ricostruzione di una casa nella frazione di Biban

Sabato 26 giugno 2021, dalle ore 10:00 presso il Pala Lenzy di Carbonera (Via Primo Maggio 54/A), Edilvi SpA ospiterà un importante evento di informazione e discussione relativo al Superbonus 110.

Relatore d’eccezione il Sen. Gianni Pietro Girotto, Presidente della X Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato.

Oltre al Presidente Girotto porteranno il loro contributo:

    • Claudio Maso, Vice Sindaco del Comune di Carbonera;
    • Arch. Fabio Tirelli, Assessore all’Urbanistica del Comune di Carbonera;
    • Geom. Diego Pavan, Amministratore Delegato di Edilvi SpA che presenterà l’intervento di demolizione e ricostruzione dell’abitazione a Biban di Carbonera;
    • Antonietta De Cicco, proprietaria dell’abitazione.

L’evento organizzato da Edilvi si terrà nel pieno rispetto delle normative anticovid. L’accesso, gratuito, sarà limitato ad un pubblico di 20 persone, pertanto, è obbligatorio, per partecipare in presenza, scaricare i biglietti messi a disposizione (fino ad esaurimento) tramite il sito Eventbrite.

Per tutti coloro che hanno piacere di assistere verrà effettuata una diretta live sul canale Youtube di Edilvi e sulla pagina Facebook aziendale.

Il progetto rientra nel Bando per il sostegno a progetti di ricerca che prevedono l’impiego di ricercatori rientrante nel POR FESR 2014 – 2020 della Regione del Veneto Asse 1 – Azione 1.1.1.

I riferimenti per chi partecipa in presenza

Quando

Sabato
26 giugno 2021

A che ora

10:00 – 12:00

Dove

Pala Lenzy
Via Primo Maggio 54/A
Carbonera (TV)

Come arrivare all'evento

Pala Lenzy
Via Primo Maggio, 54/A
Carbonera (TV)

Il video della casa demolita e ricostruita a Carbonera

Nuove costruzioni

Casa Smart Plus
case nZEB